Sarà dedicato alle "khettara" l'ecomuseo in costruzione nel Marocco, che grazie alle antiche tecniche locali sarà in grado di produrre acqua anche in condizioni climatiche estreme
Si tratta dell’edificio vincitore del concorso indetto dal Ministero dell’Urbanistica del regno del Marocco e dalla Regione del Tafilalelt, progettato dall’architetto italiano Pietro Laureano, già consulente UNESCO per le zone aride e gli ecosistemi in pericolo e uno dei più importanti esperti mondiali di oasi e tecnologie sostenibili.
Il museo verrà realizzato in terra cruda grazie al contributo delle maestranze locali, trasformando la struttura in un ponte tra l’architettura contemporanea e le antiche tradizioni, contribuendo con la struttura stessa, a preservare la memoria secolare di questo popolo e nello stesso tempo a salvaguardare l’ecosistema delle oasi. A distanza di due anni di studi e ricerche dalla data di vittoria del concorso, il progetto esecutivo è stato finalmente approvato lasciando spazio alla realizzazione del primo EcoMuseo della regione, “un museo vivente del territorio e del paesaggio”.
Il segreto dell’Ecomuseo, al quale è dedicato, sono le khettara gli antichi tunnel di captazione d’acqua che permettevano di produrre acque libere in aree in cui non esiste alcuna risorsa superficiale apparente.
Ecomuseo sarà autosufficiente anche nei consumi elettrici garantiti dai tasselli fotovoltaici integrati in copertura al mosaico di maioliche locali che integra perfettamente il sistema di produzione energetica alla struttura.
“Il visitatore che arriva dal deserto entra in un giardino murato irrigato da canalizzazioni superficiali. Seguendo a ritroso il percorso dell’acqua si ritrova negli ambienti freschi e protetti della caffetteria ristorante, le sale di esposizione, attrezzate con schermi interattivi sulle oasi e infine entra nella grotta dove scopre il segreto della origine dell’acqua. Poi si risale all’aria aperto sulla terrazza e la collina rocciosa da dove si ha la visuale del paesaggio. Intorno è attrezzato uno spazio nomade con tende, artigianato, gli stand delle associazioni che invitano ai circuiti sul territorio e i terrazzamenti per il riciclo dell’acqua e la fito depurazione”.