(Rinnovabili.it) – Nella quotidiana frenesia di tutti i giorni, le infrastrutture per la mobilità sono diventate un elemento estremamente importante per il nostro stile di vita contemporaneo. Troppo spesso però le porzioni di territorio dedicate al trasporto di cose e persone non vengono tenute nelle dovuta considerazione, trasformandosi in piccole parentesi di tempo “sprecato” per spostarsi da un luogo all’altro. In realtà se dessimo un valore aggiunto a tutte le superfici dedicate alla mobilità, ci troveremmo ad avviare una massiccia riqualificazione del territorio, guadagnandoci in salute e in economia. E’ questa l’idea da cui è nato il concorso internazionale “Green Boulevards. Viali alberati del terzo millennio”, che si è dedicato alla ricerca di progetti innovativi che, attraverso un attento design, sapessero integrare dispositivi di produzione energetica con contesti infrastrutturali contemporanei, innescando un processo di riqualificazione automatico.
Dopo un’attenta analisi la Giuria ha finalmente emesso il verdetto, annunciando i nomi dei due vincitori che oltre a ricevere un premio in denaro di 5.000 euro, si sono guadagnati una borsa di studio di pari valore che gli consentirà di sviluppare i progetti nel concreto. Accanto ai due primi classificati, il concorso ha premiato altri quattro progetti con le medesime borse di studio, raggiungendo un totale di 6 proposte innovative, da sviluppare accanto a partner istituzionale, per lo sviluppo di reti di comunicazione green, indirizzati in questo caso ai temi strategici del masterplan per l’area metropolitana Roma-Salerno.
I progetti vincitori
1° Classificato: Infrawater (Gruppo A2BF – Beniamino Fabio Arco, Rosario Badessa, Fabrizia Berlingieri, Giovanna Falzone).
Un progetto che ha completamente ripensato ai 270 km di autostrada che separano Salerno da Roma, assegnando un nuovo valore agli spazi inutilizzati che molto spesso si incontrano accanto ai 26 svincoli che caratterizzano questo asse viario.
Il progetto prevede l’inserimento in questi “nonluoghi” di ampie vasche per la raccolta dell’acqua piovana da utilizzare per l’irrigazione dei campi vicini, contenenti un sistema di depurazione attraverso la coltivazione di micro-alghe che, oltre a rendere potabile l’acqua, migliora la qualità dell’aria e produce una notevole quantità di BioFuel e BioGas utilizzabili per i mezzi agricoli delle vicinanze. Una proposta ingegnosa, perfettamente realizzabile semplicemente con fondi privati e pubblici che, con un solo intervento, darebbe valore aggiunto all’economica agricola e alle tradizioni locali, creando una metodologia nuova per produrre energia rinnovabile e riqualificare l’ambiente.
2° Classificato: INWAVE (Gruppo 3A+R – Dario Aureli e Silvia Ramieri – Anselmi Attiani Architetti Associati).
In questo progetto l’asse autostradale viene inserito all’interno di una struttura geodetica realizzata in acciaio Corten, attrezzata con elementi fonoassorbenti per ridurre l’impatto acustico dell’autostrada sull’ambiente circostante, moduli fotovoltaici e piccole pale eoliche per la produzione di energia rinnovabile ed elementi naturali per integrare al contesto la struttura. Secondo le stime degli autori della proposta, per realizzare una struttura di questo tipo dovrebbero essere necessari 1,2 mln di euro ogni 100 metri di autostrada, con un ritorno in termini energetici pari a 27.000 kW/anno ogni 100 metri lineari per le micro turbine eoliche e 150-200 kW/anno per 100 ml per i pannelli fotovoltaici. I vantaggi sarebbero ovviamente numerosi, a partire dalla riqualificazione paesaggistica del territorio, sino al risparmio di risorse ottenibile grazie alla produzione di energia pulita.
Le 4 borse di studio
3° Classificato: VITAEDUCTUS (Gruppo Atelier CMJN, Gaël Brulé, François Lepeytre, Ana Bras, Eric De Thoisy).
Una proposta che nasce da una curiosa coincidenza in un particolare tratto dell’autostrada Ro-Sa che, estendendosi in questo punto perfettamente da est ad ovest, si dispone in perpendicolare ai forti venti da sud, trovandosi con sole e vento provenienti dalla stessa direzione. I progettisti in questo caso hanno creato un “viadotto” del tutto originale, inserendo lateralmente i pannelli fotovoltaici e le speciali microturbine eoliche, e rivestendolo con strati di vegetazione poi destinati alla produzione di biocarburante.
4° Classificato: New mobility for new structure (Gruppo [ia]2, Chiara Barbieri, Aniello Camarca, Ornella Mazzarella, Michele Pirozzi, Adriano Tortora).
L’oggetto della proposta è la linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro che collega il Parco Nazionale del Cilento con i Monti Alburni e che giace inutilizzata dal ’87. Il progetto prende i 76 km di tracciato inutilizzato e li trasforma in 156 km di infrastrutture green e smart, destinate a salvaguardare l’habitat naturale, alla produzione di energia pulita (solare, eolico, idroelettrico) ed alla rivitalizzazione economica locale. La nuova mobilità di progetto permetterà di avvicinarsi all’area in “punta di piedi”, sfruttando le piste ciclabili e pedonali o utilizzando gli innovativi e-bus, autobus elettrici a ricarica induttiva wireless che, senza fili o tralicci, consentono di spostarsi con facilità senza inquinare e senza rumore.
5° Classificato: Natural born green boulevard (Gruppo effequattro, Germana Di Gennaro, Stefania Ragozino, Rolando Di Gregorio, Livia Falco).
Anche in questo caso un tratto ferroviario (30km) inutilizzato (tra Cancello e Torre Annunziata) trasformato in un “green boulevard” attrezzato per la mobilità lenta e per la produzione integrata di energia pulita, collocando in corrispondenza delle vecchie stazioni impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare, sistemi di recupero degli scarti delle vicine campagne (trucioli legno, residui della coltivazione dell’uva,…) e delle acque reflue, per riqualificare a 360° tutta l’area.
6° Classificato: Cluster Hills for Energy (Gruppo 5s_12, Valeriana Senese, Irene Labella, Chiara Statini, Stefania Nannelli, Giulia Nerbini).
L’area di progetto è collocata in una posizione strategica, tra il Corridoio 1 che collega Berlino a Palermo, e Corridoio 8 tra Bari e Varna. La proposta prevede di affiancare alla struttura ferrovia che colleghi i principali poli industriali del sud Italia, un asse simbolico infrastrutturale che sia in grado di mettere in atto una serie di strategie che possano portare al concetto chiave di “Rifiuto-Energia-Prodotto-Rifiuto”. Significa che le vicine aziende agricole, le industrie, e gli agglomerati urbani, produrranno l’Input, ovvero i rifiuti organici. La trasformazione di questi scarti in energia termica, elettrica e biogas, sarà invece l’Output andando a ridistribuire a sua volta, l’energia prodotta, ai soggetti Input e generando un ciclo chiuso perfettamente stabile.