Come quasi tutto il territorio scandinavo, la Finlandia ed in particolare la città di Helsinki, non hanno mai trascurato l’importanza del paesaggio, non solo come bellezza naturale da ammirare, ma come qualità integrante dei centri urbani, nati in simbiosi con essa e saggiamente sviluppati. L’urbanistica finlandese in particolare ha saputo individuare la giusta dimensione tra progettazione della città e progettazione del paesaggio, rendendo tutta la città a “misura d’uomo”. A due passi dalla meravigliosa riserva naturale di Vanhakaupunginlahti a pochi chilometri dalla capitale, le buone pratiche del governo finlandese sono state abilmente tradotte in realtà. Si tratta dell’eco quartiere di Vikki, distante solo 8km dalla città ed esteso per un’area di 1.100ettari (11milioni di mq), voluto dal Ministero dell’Ambiente, dall’Associazione degli architetti e dall’Agenzia Nazionale per le tecnologie finlandesi, che nel 1998 hanno dato vita ad una riqualificazione del vecchio agglomerato urbano, per trasformarlo in un modello residenziale all’avanguardia, nonché sede dei più avanzati centri di ricerca e sviluppo nel campo della sostenibilità. La stretta collaborazione tra le amministrazioni locali, le università ed una serie di aziende private, è stato un requisito fondamentale per coniugare in un progetto unitario ed organico tre differenti aspetti progettuali: un parco scientifico-tecnologico, una riserva naturale ed un’area residenziale.
Il masterplan del nuovo quartiere residenziale è scaturito da un concorso aperto indetto dal comune di Helsinki, nel quale venivano fissati dei riferimenti molto precisi ai quali attenersi. Colui che si è aggiudicò la vittoria fu Petri Laaksonen, che riprese il tipico schema urbano scandinavo, articolato in isolati urbani, intervallati da corridoi verdi.
La qualità della vita in un ambiente protetto e circondato da ampi spazi verdi è decisamente alta, ma l’aspetto più interessante di questo nuovo agglomerato urbano, è l’attenzione riservata dagli abitanti al fine di mantenerne inalterate le qualità. Come dalla tradizione scandinava, le corti degli edifici sono organizzate in modo tale da creare un passaggio pedonale completamente separato dalla strada, suddiviso in giardini privati e pubblici perfettamente orientati e funzionali.
Anche il progetto per la nuova area residenziale, è stato individuato grazie ad un concorso pubblico indetto nel 1996, che ha visto la realizzazione di 63.000 mq di residenza. I vincitori sono stati otto differenti gruppi di progettazione, che hanno saputo trovare una forma architettonica in grado di rispondere ai requisiti imposti dal famoso sistema Pimwag il metodo finlandese di valutazione ambientale del costruito.
Il sistema Pimwag
Per poter tracciare una linea guida comune secondo la quale sottolineare la validità dei progetti nel rispetto dell’efficienaza delle costruzioni, le autorità locali, hanno incaricato un gruppo di tecnici specializzati (Pennanen, Inkinen, Majurinen, Wartiainen, Alltonen, Gabrielsson) per mettere a punto un metodo univoco sviluppato secondo cinque aree:
– Inquinamento: riduzione delle emissioni di CO2, gestione delle acque reflue, utilizzo di prodotti certificati, raccolta e smaltimento dei rifiuti domestici;
– Risorse naturale: utilizzo flessibile dello spazio edificato, riduzione dell’uso di combustibile fossile, foritura di energia elettrica e per il riscaldamento da fonti rinnovabili;
– Controllo della salute: verifiche sulle condizioni del microclima interno, del controllo delle fonti di rumore ed umidità, controllo dell’orientameto del sito rispetto al vento e al sole;
– Biodiversità: mantenimento dei biotipo esistenti e creazione di nuovi compatibili con gli attuali, gestione delle acque meteoriche;
– Produzione di risorse alimentari: coltivazione di orti e giardini, eco-gestione del suolo.
Questo metodo risulta molto interessante, infatti secondo la griglia Pimwag, un progetto per poter ottenere il permesso di costruire deve superare un determinato punteggio, basato sui criteri descritti e confrontato con i valori standard medi delle abitazioni simili nella città di Helsinki. Ad esempi se l’edificio progettato è in grdao di ridurre le emissioni di Co2 del 20% (3.200Kg/mq/anno) rispetto ad un edificio tipo finlandese, otterrà un valore pari a zero; maggiore è la percentuale di riduzione e maggiore sarà il punteggio. Secondo lo stesso principio si calcola la riduzione di energia per il riscaldamento, compreso tra i 105 ed i 65 kWh/mq/anno, quello per il consumo di acqua potabile che va da 128 a 85 litri d’acqua al giorno ed ad un volume di rifiuti per cantiere tra i 18 e i 10 kg/mq.
Nonostante la sua specifica definizione, il metodo finlandese consente comunque un ampio margine di libertà ai progettisti, non imponendo alcun tipo di mezzo da adottare per conseguire gli obiettivi e assicurando nello stesso temp, il raggiungimento degli standard minimi.
Efficienza energetica
Tutti gli edifici del quartiere di Vikki sia pubblici che pivati, sono dunque speciali esempi di architettura di qualità.
Secondo la politica fondiaria del comune quasi l’80% dei lotti edificabili sono di proprietà pubblica (64%del comune e 16%stato), questo consente un controllo personalizzato delle abitazioni e dei finanziamenti volti a coloro che richiedono una casa, mirato ad una valutazione economica, ma soprattutto ad un controllo del rispetto dei parametri ambientali. Seguendo la tipologia prima descritta, tutte gli edifici sono disposti sul terreno a formare un cortile interno, protetto dai venti freddi del nord dalle strutture. La stagione invernale in questa regione è lunga e piuttosto fredda, dunque l’orientamento di ciascun edificio è adeguatamente calcolato, collocando verso sud e verso le corti interne le luminose serre vetrate degli appartamenti. Tutti i materiali che compongono la costruzione vengono scelti dopo la valutazione del loro ciclo di vita, delle proprietà strutturali e termiche, un’ottimo investimento qualitativo a favore del progetto.
L’elevata massa termica del solaio e delle pareti, l’elevato isolamento delle facciate e delle vetrate, le serre solari integrate agli appartamenti, sono solo una parte delle caratteristiche che rendono le abitazioni di Viikki un esempio sostenibile. Queste misure si combinano con gli importanti sistemi tecnologici degli impianti. Collettori solari posti sulle coperture assicurano il 60% della produzione di acqua calda sanitaria e per il riscaldamento, affidato completamente a pannelli radianti a pavimento a bassa temperatura, un’ottima soluzione per il controllo termico interno. Anche i colori giocano un ruolo determinante degli edifici, trovando una precisa collocazione cromatica a seconda dell’orientamento e della necessità di sfruttare al massimo l’illuminazione solare. Esteticamente belli, efficienti e funzionali, una perfetta definizione per le residenze del quartiere.
Tra gli edifici pubblici abilmente progettati, il più famoso, divenuto poi simbolo di quest’area, è sicuramente la serra Gardenia, progettata dal team Artto, Palo, Rossi e Tikka, uno splendido esempio di applicazione tecnologia efficiente e sostenibile all’architettura pubblica.
Dal punto di vista socio economico si è cercato di raggiungere un equilibrio del quartiere che permettesse anche una certa indipendenza dalla vicina metropoli. Creando nuovi posti di lavoro (circa 6.000), destinando numerosi spazi per la ricerca legata alle università (più di 13.000abitanti) e fornendo il quartiere di tutti i servizi indispensabili quali scuole, asili, negozi, ospedali, il bisogno di spostamento al di fuori del quartiere si è automaticamente ridotto. Inoltre all’interno dell’area, i percorsi pedonali e quali carrabili sono stati abilmente separati, riducendo ulteriormente il volume di traffico grazie alla creazione di due nuclei urbani importanti, che accorciano gli spostamenti ed assicurano efficienza in tutte le aree del quartiere.
Anche se datato rispetto al tempo della sua realizzazione, il quartiere finlandese di Viikki, rimane ancora oggi ai primi posti nella classifica degli eco-quartieri europei, dimostrando non solo la possibilità di vivere bene nel rispetto della natura, ma ache la possibilità di realizzare qualcosa di concreto e positivo in collaborazione tra pubblico e privato, nel tentativo di sperimentare concretamente l’idea di un progetto comune attento ale problematiche energetiche ed ambientali.