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La prima casa a 2 piani realizzata dalla più grande stampante 3D d’Europa

Kamp C ha costruito ad Anversa il primo prototipo al mondo di un'abitazione a due piani stampata in un solo blocco

casa stampante 3d
Credits: © Kamp C e Jasmien Smets

Firmata Kamp C quella di Anversa è la prima abitazione a due piani realizzata con una stampante 3D

(Rinnovabili.it) – Il mercato della stampa 3D è in continua crescita. Si prevede che, nel 2021, raggiunga i 21 miliardi di dollari e, entro il 2025 superi addirittura i 500 miliardi (dati McKinsey). Le applicazioni sono molteplici, ma il rapporto dell’addictive manufacturing con l’architettura sta diventando sempre più stretto. Nel 2018 sono iniziate ad apparire le prime case costruite interamente con una stampante 3D e da allora la produzione additiva in edilizia ha preso il largo. 

Ora Kamp C, Centro provinciale per la sostenibilità e l’innovazione nelle costruzioni, ha realizzato il primo prototipo al mondo di una casa a due piani con quella che viene definita la più grande stampante 3D d’Europa.

Dotata di una superficie di 90 mq, l’abitazione è stata costruita , ad Anversa (Belgio) come un unico pezzo in sole tre settimane. Come spiega il responsabile del progetto, Marijke Aerts, “le case stampate sino ad oggi possiedono un solo piano e spesso vengono realizzate in diversi pezzi in fabbrica per poi essere assemblate sul posto. Noi abbiamo stampato l’intera struttura dell’edificio in loco”. Emiel Ascione, project manager di Kamp C, ha continuato: “ciò che rende questa casa così unica è che è stata realizzata con una stampante 3D fissa per il calcestruzzo”. 

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Il prototipo è realizzato tramite l’estrusione di diversi strati di una miscela simile al cemento da una una stampante BOD2 di 10 x 10 metri. Gli operai hanno, infatti, solo ritoccato gli ultimi componenti, come le finestre e il tetto che in futuro verrà modificato e reso un tetto verde.

Composta da un ingresso, due sale conferenze e una cucina, l’abitazione conta anche alcuni extra aggiunti da Kamp C per aumentarne le possibilità di risparmio energetico, dal riscaldamento a pavimento, ai pannelli solari. I materiali di costruzione non sono in ogni caso sostenibili come le fibre vegetali usate per stampare Gaia, casa della RiceHouse, mala resistenza alla compressione – spiega Aerts – è tre volte superiore a quella del tradizionale mattone a costruzione rapida […] e la quantità di rinforzo in rete metallica utilizzato è estremamente limitata”, spiegano i progettisti. Il risultato “è un risparmio di circa il sessanta percento su materiale, tempo e budget”.

Il prototipo non è però pensato per essere abitabile. È stato infatti realizzato come parte del progetto europeo C3PO, con il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale e del governo belga, il cui scopo era avviare una ricerca che mettesse in luce le potenzialità della manifattura additiva in calcestruzzo come tecnica di costruzione, così da implementarne l’uso per la costruzione di case 3D. 

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