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La casa in legno stampata in 3D: arriva dal Maine ed è completamente riciclabile

Composta da fibre di legno riciclato, bio resine a base vegetale e cellulosa soffiata questa piccola casa in legno stampata può essere riciclata all'infinito

Casa in legno
BioHome3D credits: University of Maine ASCC

La stampa 3D di edifici solitamente utilizza miscele cementizie o a base di terra

(Rinnovabili.it) – Gli ingegneri dell’Università del Maine hanno completato la prima casa in legno completamente stampata in 3D e composta esclusivamente da materiali a base biologica.

Piccola, ma non troppo con i suoi 55 mq, BioHome3D è stata stampata in 3D da una delle più grandi stampanti polimeriche al mondo di proprietà dell’Advanced Structures and Composites Center.

Tetto, pareti, pavimenti, ogni elemento dell’abitazione sono realizzati con materiali bio come resine e fibra di legno, trasformandola in una casa 100% riciclabile.

Stampare una casa ecologica e 100% riciclabile

Casa in legno
BioHome3D credits: University of Maine ASCC

Al team di ricerca è servita poco più di mezza giornata per assemblare i 4 moduli prestampati di BioHome3D presso il Composites Center di Orono. Ma cosa rende questa casa stampata diversa dalle altre?

Principalmente il materiale utilizzato per costruirla. Il più gettonato tra gli “inchiostri” per stampante 3D di abitazioni solitamente c’è il calcestruzzo. Un materiale che però ha un grande peso per l’ambiente soprattutto in termini di emissioni.

BioHome3D invece utilizza un mix di fibre di legno, bio resine e cellulosa soffiata. Una miscela che fornisce allo stesso tempo anche un buon isolamento termico dell’involucro.

Il processo di costruzione di questa casa in legno inizia con il riciclo dei materiali necessari. I residui di legno rimasti nelle segherie sono recuperati e macinati in particelle di dimensioni microscopiche, per essere poi miscelati con bio resine ottenute da prodotti vegetali, come il mais.

La resina conferisce alla casa resistenza alla decomposizione ed isolamento dall’acqua.

Una volta giunto o fine vita, l’edificio potrà essere riciclato semplicemente rimacinandolo senza perdere nessuna delle proprietà originarie.

Per aumentare il valore di trasmittanza per l’isolamento delle pareti basta aumentare lo spessore stampato. Inoltre BioHome3D è dotata di molteplici sensori per rilevare la resistenza termica, i ponti termici, l’integrità strutturale e altri valori fondamentali.

Velocità di stampa e riduzione degli sprechi

BioHome3D credits: University of Maine ASCC

L’obiettivo è stampare una casa di queste dimensioni in 48 ore, a quel punto crede che sarebbe più economico da costruire rispetto a un edificio con struttura convenzionale”, ha sottolineato Habib Dagher direttore esecutivo del progetto. Il vantaggio della stampa 3D è proprio quello di ridurre le tempistiche ma anche gli sprechi, utilizzando unicamente il materiale necessario alla costruzione che in alcuni casi è stampato in loco ed in altri sfrutta un processo di pre-costruzione.

Dopo il primo prototipo sorto ad Amsterdam nel 2014, la stampa 3D di edifici ha preso piede in molte parti del mondo. Tra i progetti più celebri non possiamo non citare la partnership tra la società di ICON e la NASA, con la collaborazione dei progettisti di BIG, per la realizzazione delle prime case spaziali stampate per Luna e Marte.

Ma anche senza lasciare la Terra gli esempi si susseguono. La nostrana WASP ad esempio, dopo aver realizzato “Tecla”, la prima casa in terra cruda stampata in collaborazione con l’arch.Cucinella, ha avviato il progetto TOVA, un edificio stampato che miscela terra e additivi ed enzimi di origine naturale.