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Il problema dell’Effetto rimbalzo che annulla i benefici dell’isolamento termico

Uno studio della Cambrige University ha scoperto che migliorare l'isolamento termico dell'involucro senza altri interventi “degassificanti” limita il risparmio solo al primo anno, dopo 4 anni il risparmio è azzerato.

Isolamento termico
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La ricerca è stata condotta su un campione di 55mila abitazioni tra Galles e Inghilterra

(Rinnovabili.it) – L’isolamento termico dei solai e delle intercapedini delle abitazioni riduce i consumi di gas per il riscaldamento solo per i primi due anni. Dopodichè il retrofit si annulla portando con se anche il risparmio energetico. Non è un nuovo scoop bensì una ricerca condotta dall’Università di Cambrige sulle abitazioni in Inghilterra e Galles e che, per la prima volta, traccia in dettaglio cosa accade ai consumi di gas prima e dopo un intervento di retrofit, basato però unicamente sull’aumento dell’isolamento dell’involcuro.

Entro quattro anni i benefici si azzerano

I ricercatori hanno analizzato i consumi di oltre 55.000 abitazioni in dodici anni (2005-2017) scoprendo che l’isolamento termico delle intercapedini ha portato ad un calo medio dei consumi del 7% durante il primo anno. Questi benefici si sono ridotti al 2,7% nel secondo anno, arrivando al quarto anno ad essere addirittura trascurabili. Lo stesse vale per l’isolamento delle coperture che, se possibile, ha avuto un effetto ulteriormente ridotto. Il team ha identificato questi comportamenti con l’etichetta “effetto rimbalzo”, un termine coniato nel lontano 1800 quando si osservò che i motori a vapore più efficienti aumentavano anziché ridurre l’uso di carbone, man mano che i motori venivano utilizzati in modo più diffuso.

Qualsiasi risparmio ottenuto grazie all’efficienza energetica viene annullato da un costante aumento del consumo di energia”, sottolinea la ricerca.

Ma perchè accade tutto ciò, maggiore efficienza dovrebbe significare minor fabbisogno energetico e di conseguenza risparmio.

Per i ricercatori dietro lo studio, pubblicato sulla rivista Energy Economics, la risposta non è univoca, ma potrebbe trovare una spiegazione nel cambio dei comportamenti delle famiglie che beneficiano di questi retrofit energetici.

I lavori di efficientamento dell’involucro esterno (pareti, copertura, infissi, intercapedini) in Inghilterra e Galles sono quasi sempre accompagnati da ampliamanti delle abitazioni. Aggiunte di giadini d’inverno, tipici in questa regione, nuovi locali ad uso domestico e non solo. Stanze in più da riscaldare o raffrescare. Inoltre una casa ermetica implica un maggior ricambio d’aria e le finestre aperte contribuiscono a modificare significativamente il comfort interno, aumentando di conseguenza i consumi.

L’isolamento termico da solo non basta

Ecco perchè i ricercatori sottolineano che ogni intervento di isolamento termico deve sempre essere accompagnato da investimenti combinati ad esempio per l’installazione di pompe di calore e per la sensibilizzazione a comportamenti diversi.

Questo studio non dice che l’efficienza energetica non funziona”, ha affermato la prof.ssa Laura Diaz Anadon, direttrice del Cambridge Center for Environment, Energy and Natural Resource Governance e coautrice dello studio. “Tuttavia, l’isolamento domestico da solo non è una bacchetta magica”. La ricerca si è ovviamente concentrata sul mercato UK dove gli alloggi residenziali hanno rappresentato nel 2020 quasi un terzo (29,5%) del consumo totale di energia del Paese, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia. Ma potrebbe tranquillamente essere estesa ad altri paesi simili. Sempre secondo l’IEA al 2020 sono state installate a livello globale circa 177.000 pompe di calore. Per raggiungere lo scenario zero emissioni, entro il 2030 dovremmo arrivare ad almeno 600.000 unità, ma il trend attuale ci porta a poco più di 253mila installazioni.

Non incoraggiare i proprietari di case a “degassificare il riscaldamento” durante i lavori di retrofit è un’occasione persa”.

Gli attuali aumenti sul costo del gas, rispetto a quando è stata condott ala ricerca, di fatto vanno a confermare ulteriormente i suggerimenti ipotizzati dai ricercatori.

Nonostante il nostro patrimonio vetusto e datato, noi italiani siamo sulla buona strada da questo punto di vista. Il GBC Italia, uno degli organi più rappresentativi a livello internazionale in tema di green building, afferma che il Bel Paese può vantare già oggi ben 18,6 milioni di mq di edifici efficientati, meno inquinanti ed in grado di produrre un risparmio significativo in termini di costi ed emissioni.