Interventi di riqualificazione urbana, rilancio del turismo, atenei e servizi, sono i punti di forza di coloro che tornano ad investire nel mattone
Secondo un recente studio il 16,5% degli acquisti immobiliari è stato fatto come investimento
(Rinnovabili.it) – La crescente inflazione e le conseguenze imposte dalla Guerra in Ucraina hanno spinto gli italiani a fare quello in cui da sempre credono: investire nel mattone. A confermarlo è l’Ufficio Studi di Tecnocasa, in un’analisi condotta nelle compravendite del secondo semestre 2021. Più l’inflazione cresce, maggiore è l’interesse a metter da parte i propri risparmi nel comparto immobiliare, considerato ancora un ottimo impiego del proprio capitale. Secondo lo studio il 16,5% delle compravendite di fine 2021 è stato realizzato come investimento a lungo termine.
Le variabili che aiutano nella scelta della tipologia di immobile prescelto per investire nel mattone sono prima di tutto il turismo, gli interventi di riqualificazione urbana, la presenza di atenei e quelli dei servizi.
La ripresa del turismo post covid ha sicuramente aiutato il mercato, facendo tornare alla ribalta le compravendite di immobili destinati a ricettività sia nelle città più attrattive che nelle località turistiche. L’analisi di Tecnocasa prende in esame le locazioni a lungo termine e non quelle stagionali. L’ipotesi di ottenere canoni di locazione continuativi rende i proprietari maggiormente prudenti, soprattutto alla luce dell’incertezza e dei rincari dei costi dell’energia.
Ritornano le grandi città al centro degli investimenti immobiliari
Mentre il lockdown e lo smart working aveva spinto verso una riscoperta di luoghi più periferici, con maggiore disponibilità di spazi aperti, la tendenza del secondo trimestre 2022 sembra essersi invertita.
Sono le grandi città a segnare l’aumento più consistente se si vuole investire nel mattone. Spiccano le performance di Bologna e Roma.
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Gli investitori preferiscono le aree con presenza di atenei, di servizi, il cui peso è ulteriormente cresciuto dopo il lockdown, e le aree sottoposte ad interventi di riqualificazione.
E’ proprio quest’ultimo punto ad aver innescato il nuovo importante metro di giudizio di chi sceglie di investire nel mattone: la rivalutazione del capitale. Ecco allora che città come Milano, dove gli interventi di rigenerazione urbana rappresentano la quotidianità, ottiene una rivalutazione stimata del capitale del 117,3%.
“I dati – afferma Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa – ci dicono che il mercato immobiliare sta tenendo testa a tutto ciò che accade, che la casa resta prioritaria e che il mattone si conferma il bene rifugio per eccellenza, ancora di più in questi periodi di incertezza e di inflazione elevata”:
Quando la domanda supera l’offerta
Il grande interesse verso gli investimenti immobiliari, si scontra tuttavia con il problema della carenza di alloggi. E il divario creatosi tra domanda ed offerta ha varie origini. In primis la pandemia, che ha costretto molti cantieri a chiudere i battenti rallentando notevolmente i lavori di consegna. In secondo luogo il drammatico aumento dei prezzi delle materie prime che hanno impedito ai costruttori di agire sul mercato agli stessi livelli di qualche anno fa.