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Il trifoglio del deserto

Finalmente svelati i disegni per l'immenso hub del Kuwait International Airport, che promette sostenibilità e certificazione da LEED Gold.

Finalmente svelato il progetto per il Kuwait International Airport ad opera dell’archistar Foster + Partners. Secondo quanto annunciato dai portavoce dello studio, la struttura è destinata a diventare il primo terminal passeggeri di un hub internazionale  con  certificazione LEED Gold. Situato in pieno deserto, l’esigenza di proteggere dal sole gli spazi interni era indispensabile; è stata quindi progettata un’unica estesa copertura, dal disegno fluido ed indipendente, capace di svincolare gli ambienti interni da qualunque restrizione strutturale. Il masterplan del progetto si inserisce in un più vasto piano, appositamente studiato dalle lungimiranti amministrazioni e governi locali, che hanno collocato la struttura aeroportuale, in un punto altamente strategico per i collegamenti internazionali. Seguendo i principi indicati dal masterplan generale, la struttura è stata concepita per sfruttare al massimo la flessibilità, prevedendo un incremento annuo di passeggeri, senza precedenti: dalle 13 milioni persone l’anno attuale che sarà in grado di ospitare nei primi anni di nascita, il Kuwait International Airport prevede di passare in breve tempo ad una capienza di 50 milioni di passeggeri l’anno.

L’edificio è progettato per fornire il massimo comfort agli ospiti in transito, in un contesto naturale tutt’altro che semplice da gestire. Il design della struttura si dirama a partire da un ampio atrio centrale, alto più di 25 metri, che suddivide la struttura nei diversi gate lungo tre ampie ali simmetriche, lunghe più di 1,2 chilometri. La disposizione degli spazi interni dei gates, suddivide la struttura in tre differenti settori, arrivi, partenze e recupero bagagli, senza particolari variazioni verticali, per aiutare i passeggeri nella fruizione degli spazi.

L’aspetto più interessante del progetto è il tentativo di applicare importanti principi dirisparmio ed efficienza energetica, ad una struttura così estesa e che, notoriamente, richiede un apporto giornaliero di energia elettrica per la gestione delle strutture, molto elevato. In questo contesto il sole gioca un ruolo fondamentale ma ambivalente, essendo da una parte la fonte primaria di energia, ma anche il fattore naturale determinante nella progettazione degli spazi e delle componenti della struttura. Così la singolare copertura continua che protegge gli spazi sottostanti regolando la luminosità interna, diventa anche il primo produttore di energia, alloggiando al suo interno una grande distesa di pannelli fotovoltaici. La superficie del tetto è dunque scandita da una serie di vetrate che captano i fasci luminosi indiretti, lasciando il calore all’esterno. I giochi di ombra e luce, sempre tipici nelle tradizioni mediorientali, rendono l’ambiente accogliente e fresco. Anche la struttura in cemento armato contribuisce al raggiungimento degli obiettivi energetici proposti per il progetto, contribuendo con la massa termica ad isolare lo spazio interno dal desertico clima esterno. Per mantenere delle condizioni igrometriche stabili in tutto il corso della giornata, le sale d’attesa, sono circondate da piccole cascate artificiale, che contribuiscono ad abbassare la temperatura interna.

Come affermato dall’amministratore della Foster + Partner, incaricato di seguire il progetto: “La scala dell’aeroporto dimostra la grande lungimiranza del Kuwait, nel riconoscere i benefici degli investimenti strategici, nelle infrastrutture del futuro. Le ambizioni di sostenibilità che guidano il progetto sono altrettanto impressionanti. L’emblematico aeroporto a tre ali sarà un simbolo memorabile dal cielo come da terra, un nuovo simbolo contemporaneo per il Kuwait “. Restiamo dunque in attesa degli sviluppi futuri del progetto, soprattutto legati alla probabile certificazione LEED, scoprendo poco alla volta i misteri nascosti sotto questa grande opera.