SolarCity è il quartiere solare Pichling, a due passi dalla città di Linz, che già nei primi anni '90 ha saputo dar vita ad un magnifico esempio di progettazione urbana ecologica e sostenibile.
Linz ed in particolare il quartiere Solarcity-Pichling, occupa sicuramente una posizione di rilievo tra i numerosi nuovi progetti europei, riservati ai grandi insediamenti urbani sostenibili e, soprattutto, energeticamente autosufficienti.
Se la prima idea progettuale è partita dal famoso architetto austriaco, Roland Rainer, ben presto l’attrazione esercitata dal piano ha coinvolto esponenti dell’architettura di fama internazionale, come Norman Foster, Richard Rogers e Thomas Herzog che, assieme al tedesco Norbert Kaiser, si sono riuniti nel gruppo READ (Renewable Energies in Architecture and Design), mettendo in pratica le rispettive peculiarità progettuali e contribuendo alla realizzazione di alcuni tra i migliori esempi di edfici passivi costruiti in questo quartiere ed in Europa.
La storia della realizzazione del quartiere a Pichling è ricca di avvenimenti. Agli inizi degli anni ’90, l’allora sindaco Franz Dobusch, consapevole dei drammatici cambiamenti ecologici in atto e determinato a porre rimedio al gravoso problema della carenza di alloggi di qualità nella sua città, ha deciso di intraprendere una nuova strada, aprendo la porta non solo alle terorie ecologiche e sociali, ma soprattutto, alle realizzazioni concrete.
Così, nel 1994, la Municipalità di Linz decise di indire un bando per la realizzazione di un quartiere modello composto da 630 edifici a basso impatto energetico ed ambientale, per un totale di 3.00 abitanti. Dopo la proposta globale del piano urbano per lo sviluppo del quartiere, anche l’Unione Eurpea, solo un anno dopo, ha destinato ben 600.000 euro, per la realizzazione del progetto. I tre pilastri presi in considerazione, che hanno caratterizzato tutte le fasi del progetto sono la sostenibilità e la crescita economica, l’equilibrio ecologico ed il progresso sociale sostenibile. Tutte le fasi costruttive della città, in tutti i suoi aspetti, sono sempre state precedute da un bando apposito, che in breve tempo, potesse individuare la proposta migliore sulla carta e poi nella realtà.
La pianificazione urbana del quartiere Pichling ha seguito uno sviluppo eccellente, articolato attorno alla rete degli spazi pubblici, accuratamente progettati, sono state erette tutte le infrastrutture indispensabili per la crescita della città: le scuole, i centri ricreativi diurni, le strutture sanitarie, nonchè i luoghi di culto. Quello che è stato realizzato in questa porzione di città è un’intricata rete di funzioni diverse, perfettamente inserite in un paesaggio non casuale, ma adeguatamente progettato, utili sia alle nuove costruzioni, che ai precedenti residenti del quartiere Pichling.
Sviluppo urbano
L’intero quartiere si articola concentricamente rispetto ad una grande area centrale, collegata ad un viale d’accesso e rappresntante la vita pubblica del quartiere, con i centri commerciali, culturali ed i servizi generali. In particolare qui è collocato il mercato coperto, uno dei più rappresentativi esempi di espressione del quartiere solare. Grazie alle sue proporzionate dimensioni infatti, questa struttura diventa a misura d’uomo raccogliendo in sè tutti gli importanti imperativi delle architetture energeticamente autosufficienti. Sviluppandosi lungo un asse centrale aperto e grazie alle aperture poste in posizioni strategiche, la struttura composta principalmete da acciaio, vetro e legno, riesce a mantenere una corretta temperatura interna servendosi di un naturale ricircolo d’aria.
Osservando la planimetria di Solarcity, si nota come tutte le parti del quartiere siano perfettamente interconnesse tra loro; con una seconda analisi più approfondita, è facile notare che ciascuna area, pur essendo autonoma per quanto riguarda i servizi di base, rappresenta un punto vitale nello sviluppo del quartiere, accogliendo rispettivamente il mercato coperto, o l’auditorium, le scuole, differenti negozi ed alcune strutture sociali, direttamente gestite dall’amministrazione. Nonostante le discrete dimensioni dell’area, tutte le parti del quartiere Pichling, sono raggiungibili a piedi, in bicicletta o servendosi dei mezzi pubblici, limitando in tal modo, l’esigenza di un mezzo privato e riducendo le emissioni nocive.
Architettura Solare
Architetture spettacolari, soluzioni energetiche innovative, tecnologie ingegneristiche avanzate e concetti di costruzione ecologica per essere davvero efficienti per lo sviluppo sostenibile della città, devono sempre essere accompagnati da una valida pianificazione complessiva, che colleghi queste splendide eccellenze e le metta a disposizione della città. Il raggiungimento di un alto grado di aggregazione, era dunque uno dei punti cardine nella realizzazione del quartiere Pichling di Linz.
Quasi tutti gli edifici, residenziali e commerciali, hanno seguito un particolare sistema costruttivo, che li ha trasformati in veri e propri esempi di architetture solari. Questo principio applicato alle costruzioni, pone il sole come punto di riferimento sia dal punto di vista attivo, con l’apporto solare dalla tecnologia fotovoltaica, sia da un punto di vista passivo, ovvero orientando la casa in modo tale da ridurre al minimo l’esigenza di illuminazione artificiale, ma nello stesso tempo proteggendola nelle ore più calde della gironata. Brise soleil e vetrate fotovoltaiche, sono solo alcuni degli accorgimenti che randono SolarCity di Linz un modello “esportabile” di housing sociale sostenibile.
Ovviamente, essendoci alla base della progettazione una pianificazione totale e simbiotica degli edifici, il “dettaglio” dell’ombreggiamento reciproco è completamente annullato, a differenza di quel che accade nella maggior parte delle realizzazione di porzioni di città odierne. I singoli lotti costruiti sono disposti e messi in dialogo con gli spazi intermedi attraverso l’uso di giardini che, coerentemente con la sensibilità della tradizione tedesca per una gestione degli spazi aperti nel rispetto dei principi della partecipazione e del rapporto con la natura, vengono affidati sotto forma di affitto alle cure dei singoli abitanti, che ne sono responsabili nei confronti della comunità, ma anche i beneficiari diretti.
Il materiale maggiormente utilizazato, proprio a causa del suo importante grado di isolamento, è il legno, che riveste intere facciata, aiutando l’edificio a mantenere una temperatura interna costante ed evitando spiacevoli sbalzi termici. Attraverso un modo di costruire compatto, il fabbisogno energetico si è mantenuto estremamente basso, portando la richiesta energetica dell’edificio quasi a zero.
Le fonti energetiche
Secondo i piani di progettazione della città lo standard della domanda energetica per ciascuna abitazione, non deve superare i 44kWh/mq anno; questa richiesta applicata alla realtà, risulta ancora più ottimistica: la media dei consumi per tutto il distretto urbano infatti, rimane al di sotto dei 36kWh/mq anno. La produzione di energia avviene grazie ai numerosi pannelli fotovoltaici collocati sulle coperture degli edifici e, grazie al posizionamento di una serie di pannelli per il solare termico, l’apporto d’acqua calda sanitaria garantito è pari al 50%. Tutti gli edifici, sono collegati da una rete di teleriscaldamento assolutamente efficiente.
Anche la biomassa gioca un ruolo importante, infatti, grazie al nuovo impianto di produzione di energia elettrica e calore, il tasso di fabbisogno per il riscaldamento è sceso oltre l’85%, fornendo un contributo notevole nella riduzione delle emissioni nocive in atmosfera. Il tema della sostenibilià non si esaurisce con il sole, il controllo e la gestione delle acque piovane completano il quadro di efficienza del quartiere modello. Tutti i passaggi fondamentali al fine di recuperare le acque meteoriche, drenarle e reimmetterle nella rete, avvengono con estrema semplicità per mezzo di speciali grondaie, apposite cavità ed un sistema di distribuzione studiato in modo tale da divenire parte integrante degli spazi esterni.
La splendida riuscita del progetto SolarCity di Linz, non sarebbe stata possibile senza una efficace collaborazione tra le parti, n fase progettuale, in fase realizzativa e soprattutto, in fase di manutenzione del tessuto edificato, trasmettendo negli abitanti del nuovo quartiere, un senso di responabilità, sufficiente a far nascere una coscienza collettiva ecologica, ambientale e sostenibile.