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Il protocollo ITACA per la certificazione di sostenibilità degli edifici

Protocollo ITACA
Credits: depositphotos.com

di Francesco Asdrubali

Il tema della certificazione di sostenibilità degli edifici sta acquisendo a livello internazionale un’importanza crescente. In Italia, è ITACA (Istituto per la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale) a promuovere le tematiche della sostenibilità ambientale in edilizia. Le direttrici lungo le quali si è sviluppata l’attività di ITACA negli ultimi venti anni sono molteplici e possono essere riassunte nello sviluppo di strumenti di valutazione (i protocolli), nella crescita culturale e professionale degli addetti ai lavori (formazione) e nella promozione e sviluppo tramite accordi con altri soggetti che hanno come propria mission la sostenibilità ambientale in edilizia. 

Il noto protocollo ITACA dedicato alla certificazione di sostenibilità degli edifici nel tempo è diventato una Prassi di Riferimento UNI (UNI/PdR 13.0, UNI/PdR 13.1, UNI/PdR 13.2). Il Protocollo è stato elaborato da un apposito tavolo tecnico composto da rappresentanti di regioni, centri di ricerca, Università e ordini professionali. Il modello di base è il tool di valutazione internazionale SBTool, sviluppato nell’ambito del processo di ricerca Green Building Challenge. Il Protocollo è uno strumento di valutazione multicriteria del livello di sostenibilità energetica e ambientale degli edifici che permette di verificare le prestazioni di un edificio in riferimento non solo ai consumi energetici e idrici, alla qualità dei materiali che nella loro produzione comportino bassi consumi energetici e nello stesso tempo assicurino un elevato comfort, ma prendendo anche in considerazione il suo impatto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo.

L’analisi dell’edificio avviene tramite l’esame dei vari aspetti ambientali che lo caratterizzano e che sono sintetizzati in altrettanti criteri. Gruppi di criteri sono poi riuniti in categorie ed aree di valutazione, ciascuna valutata secondo un diverso peso. I risultati raggiunti nei singoli criteri, mediati dal differente peso reciproco di categorie ed aree, sono poi riuniti in un punteggio finale che rappresenta il grado di sostenibilità ambientale raggiunto.

Il protocollo ITACA per edifici è stato aggiornato nel corso del 2019 e poichè il suo sviluppo è da sempre legato ad attori istituzionali, sin dalla sua prima versione è stata posta la massima attenzione al rispetto delle normative tecniche nazionali ed alla legislazione di settore vigente. Per ogni criterio il livello minimo da assicurare è quello previsto dalle normative, quando una norma specifica è presente. Pertanto si può comprendere come l’introduzione dei CAM – Criteri Minimi Ambientali in edilizia, che citano il Protocollo ITACA come strumento per la verifica dei livelli ambientali minimi richiesti su molteplici aspetti, abbia guidato le recenti modifiche introdotte al Protocollo. Questa aderenza ai limiti normativi comporta che il Protocollo si ponga come elemento di garanzia del lavoro di tecnici, imprese ed amministrazioni pubbliche anche in considerazione del fatto che le procedure di valutazione sono regolate da un Regolamento Tecnico di ACCREDIA.

Esempio di certificato ITACA

Figura 1: Esempio di certificato ITACA

Molteplici sono gli utilizzi presenti e futuri del Protocollo, sia a livello nazionale che regionale. A livello statale consistenti impatti si potrebbero avere dalla oramai prossima revisione del DPR 380/01 che dovrebbe introdurre una valutazione di sostenibilità su tutti i fabbricati. A livello regionale invece la situazione è oramai consolidata e sono numerose le regioni che hanno adottato versioni regionali del protocollo da oramai un decennio. Tali adozioni sono servite a fornire uno strumento di valutazione per l’assegnazione di bonus volumetrici e sgravi fiscali ma sono anche state caratterizzate da differenze fra i vari strumenti regionali. Anche in questo caso ci sono delle novità: recentemente le Regioni (ITACA è un organismo della Conferenza delle Regioni) hanno raggiunto un accordo sull’utilizzo di un corpus di criteri comuni per tutti i protocolli regionali che saranno presi dalla PDR UNI. In sostanza i protocolli regionali futuri vedranno un numero minimo di criteri comuni ai quali saranno aggiunti altri criteri, a discrezione della regione, ma tutti comunque provenienti dalla PDR UNI: si tratta di un notevole passo verso l’uniformità dei protocolli regionali.

Infine, sempre con riferimento alla Prassi UNI, è in fase di test finale un software di calcolo del Protocollo, sviluppato dall’Università Politecnica delle Marche, che consentirà un più agevole utilizzo dello strumento. 

Oratorio Interparrocchiale di Rezzato, edificio certificato ITACA

Al protocollo dedicato agli edifici si affianca, ed è in via di uscita entro la fine del 2020 dopo un completo restyling, il Protocollo a Scala Urbana. Tale protocollo, anche in questo caso sviluppato con l’apporto di numerosi soggetti, è uno strumento di valutazione in grado di fornire un giudizio sintetico sul livello di prestazione della sostenibilità ambientale degli interventi a scala urbana di varia dimensione, dall’isolato al quartiere e si rivolge sia ai pianificatori degli enti pubblici sia agli operatori coinvolti nello sviluppo o nella trasformazione di aree urbane. I possibili impieghi sono sia in fase di progetto, per definire le prestazioni di riferimento e come strumento di supporto alla decisione, sia in fase di realizzazione delle opere per verificare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, nonché in fase di esercizio per monitorare il progetto in termini di specificazione delle realizzazioni attese e dei traguardi intermedi e finali. Nel Protocollo a Scala Urbana particolare attenzione è data alla permeabilità ed alla gestione degli eventi pluviometrici, al verde urbano, alla mobilità ed alla sicurezza stradale, alle emissioni climalteranti ed agli usi energetici.

Il processo di utilizzo del Protocollo ITACA è caratterizzato dalla presenza di alcune figure professionali come l’esperto e l’ispettore. L’esperto è il tecnico, iscritto a collegi o ordini professionali, che possiede le conoscenze relative alle fasi del processo di progettazione e consulenza energetico ambientale nell’ambito edilizio in cui è previsto l’utilizzo del Protocollo. L’ispettore a sua volta possiede le conoscenze relative alle fasi di sopralluogo in cantiere, per verificare che l’esecuzione dei lavori sia conforme al progetto presentato e al Protocollo anche ai sensi del Regolamento Tecnico di ACCREDIA RT-33. Tali figure, per i quali è prevista l’iscrizione in una apposita lista nazionale, sono disciplinate da appositi Regolamenti di recente introduzione e già sono partiti i primi corsi di formazione tenuti da soggetti pubblici o enti organizzatori, che abbiano tra le loro competenze la formazione professionale (ad esempio Ordini/Collegi professionali, Università).

A livello regionale si riscontrano situazioni differenziate da regione a regione in quanto nel corso degli anni vi sono stati dei riconoscimenti e delle qualifiche valide a livello locale. La presenza di figure a livello nazionale consentirà a tutte quelle figure di rilevanza regionale di poter trovare una collocazione nelle liste nazionali, previa frequentazione di un percorso formativo adeguato al livello di conoscenza già posseduto. Anche in questo caso, analogamente a quanto visto per i protocolli regionali, si sta procedendo verso una uniformazione dei titoli e delle conoscenze possedute.

Infine, ITACA sta promuovendo la collaborazione con altri soggetti che si occupano di sostenibilità ambientale. Il recente accordo con Casaclima e CERTING ha lo scopo di sopperire ad una mancanza nel panorama delle qualifiche professionali che il decreto CAM Edilizia ha portato alla luce. Il Decreto dispone l’assegnazione di un punteggio premiante in fase di gara al progetto redatto da un professionista esperto sugli aspetti energetici ed ambientali degli edifici, certificato da un organismo di valutazione della conformità secondo la norma ISO/IEC 17024 o equivalente, che applica uno dei protocolli di sostenibilità degli edifici. Gli schemi di valutazione Casaclima o ITACA sono sicuramente protocolli di sostenibilità degli edifici ed il loro utilizzo deve essere effettuato da professionisti formati da ciascuno dei due organismi; CERTING è l’ente di certificazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ed è accreditata secondo lo standard UNI CEI EN ISO/IEC 17024 e svolge la sua attività non esclusivamente nei confronti degli ingegneri iscritti agli ordini ma verso tutti i professionisti che necessitano di un accertamento delle competenze.

Pertanto l’accordo tra i tre soggetti ha come conseguenza l’accertamento delle competenze in materia energetico ambientale secondo lo schema ISO/IEC 17024, così come richiesto dal decreto CAM Edilizia, e per far ciò è stata creata una specifica figura denominata Esperto in Edilizia Sostenibile Italiana. Tale figura possiede le competenze e le qualifiche di una e/o dell’altra organizzazione ed in più ha maturato l’esperienza necessaria a sviluppare delle competenze sul campo della sostenibilità ambientale in edilizia. E’ evidente come l’introduzione di tale schema rappresenti una importante novità nel quadro dei profili professionali e rappresenti una opportunità di crescita per tutti i tecnici del settore. 

di Francesco Asdrubali, Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Ingegneria

RINGRAZIAMENTI

Si ringrazia l’ing. Massimiliano Bagagli di ITACA per le preziose informazioni fornite.

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