(Rinnovabili.it) – E’ stato presentato ieri a Milano il primo progetto per trasformare lo stabilimento di Settimo Torinese dell’azienda L’Oreal, leader nel mercato cosmetico, in un edificio ad emissioni zero. L’edificio utilizzerà esclusivamente fonti rinnovabili anticipando e superando gli obiettivi del Piano ambientale del gruppo avviato nel 2005, che prevede di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2015, nonchè gli accordi previsti da Kyoto e Durban.
Dal titolo “L’Oréal Italia: emissioni zero”, verrà realizzato in collaborazione con il Comune di Settimo Torinese e Energy Saving Company Pianeta, sarà completamente autosufficiente dal punto di vista energetico grazie all’inserimento all’interno di una rete di cogenerazione, alimentata da un sistema che utilizza contemporaneamente tre fonti rinnovabili: il sistema solare termodinamico, una centrale di gassificazione a biomasse a chilometro zero e una rete di teleriscaldamento e teleraffrescamento.
Il Ministro Corrado Clini, intervenuto durante la presentazione del progetto ha affermato: ”Il progetto di L’Oreal è uno dei casi più interessanti di investimento in buone pratiche industriali e ambientali, simbolo della cosiddetta green economy, che ormai è economy a tutti gli effetti su cui si basa la nostra politica. Una politica ambientale che si incardina nel quadro dei programmi europei e internazionali, e che si declina nella capacità di innovare, di fare nuova industria, di concordare insieme percorsi volontari e condivisi di crescita sostenibile”.
Oltre a risparmiare 7.800 tonnellate l’anno di CO2, il nuovo stabilimento ricoprirà un ruolo strategico nel gruppo, grazie all’eccellenza degli impianti. “Nel Comune di Settimo Torinese – ha dichiarato il sindaco Aldo Corgiat – si e’ avviato in questi anni un processo di reindustrializzazione in chiave moderna che mette insieme impresa, ricerca e sostenibilità. Queste operazioni sono possibili quando si riesce a fare rete, creando una stretta collaborazione tra il territorio, il settore pubblico e il tessuto imprenditoriale”.