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Il futuro immaginato dagli “hacker” dell’architettura

(Rinnovabili.it) – “Haking the Planet”, ovvero forzare il sistema del Pianeta terra, introducendo qualcosa di differente, secondo le stesse regole che un esperto “haker” informatico potrebbe mettere in gioco nel mondo digitale. Interpretata dal punto di vista dell’efficienza  e della sostenibilità, questo concetto potrebbe davvero portare a risultati sorprendenti.

A coniare questa terminologia è stato il team di ingegneri e architetti della Gensler,  che circa un anno fa nell’ambito del concorso indetto dalla NAIOP (Commercial Real Estate Development Association), propose una insolita interpretazione futuristica delle trasformazioni che avrebbe potuto subire un complesso per uffici sino al 2050. Risultati poi uno dei  vincitori del premio, il team  di Gensler ha sviluppato la proposta di progetto partendo dal presupposto che il futuro è già contenuto nel passato, ovvero tutti gli edifici preesistenti possono e dovrebbero essere il punto di partenza per individuare le soluzioni costruttive dei prossimi anni.

L’evolversi della tecnologia informatica ha fatto si che il lavoro assumesse progressivamente sempre maggiore mobilità. Lavorando da remoto,  il numero di persone che fisicamente occupano gli uffici diminuisce, generando un aumento degli spazi liberi all’interno degli edifici. E’ partendo da questo presupposto che Gensler ha proposto una nuova visione basata sugli “hackable building”.

Un hackable building è una struttura esistente sottoposta ad un processo di “update” irriconoscibile, ovvero un aggiornamento della sua struttura fisica e delle destinazioni d’uso interne, che ne hanno rivoluzionato completamente gli spazi, aprendoli ad un nuovo mix di servizi.

 

 

Per  spiegare questo concetto i progettisti hanno preso ad esempio il J. Edgar Hoover Building di Washington DC e la Union Bank di Los Angeles, rivoluzionando i due edifici con aggiunte volumetriche e con nuove aree comuni, destinate a riqualificare uno spazio altrimenti inutilizzato, a partire dai concetti di efficienza e sostenibilità. Se per la Union Bank gli architetti hanno immaginato la completa trasformazione del piano terra e del cuore dell’edificio, rendendolo maggiormente flessibile ed accessibile, per il J. Edgar Hoover Building hanno addirittura pianificato l’aggiunta di un nuovo volume sulla copertura destinato ad accogliere attività sportive (quindi molto differenti dalle precedenti), creando sul tetto un giardino pensile aperto al pubblico, aprendo quindi uno spazio privato alla cittadinanza.

La versione di Gensler del futuro dunque è legata alla riqualificazione dell’esistente più che alle nuove architetture, liberando il territorio urbano dall’esponenziale crescita edilizia che potrebbe portare ad un collasso dell’intera città.

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