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I rifiuti di cantiere riciclati diventano inchiostro per la nuova Stampa 3D ad Impatto 

Recuperando la terra di scavo per le costruzioni, un team dell’ETH ha sviluppato “Impact Printing” una metodo di stampa 3D ad impatto che abbatte le emissioni di CO2

Stampa 3D ad Impatto
Credits: © Gramazio Kohler Research ETH Zurich

Il prossimo passo nel progetto sarà velocizzare il metodo di stampa per costruire edifici a più piani

(Rinnovabili.it) – La terra cruda è da sempre un materiale utilizzato per costruire edifici, ma con l’aumento della domanda, questo materiale è stato ben presto sostituito da soluzioni più “veloci” quali il calcestruzzo e l’acciaio. Ma grazie alla stampa 3D, la terra cruda ed i materiali più naturali, sono rientrati a far parte delle ricerche tecnologiche. Dall’ETH di Zurigo arriva un nuovo metodo di “Stampa 3D ad Impatto” in terra riciclata. Un progetto che è valso al team del Gramazio Kohler Research la vittoria al concorso 3D Pioneers Challenge per la categoria Architettura nonché una menzione speciale da parte di Autodesk.

La stampa 3d ad impatto vs stampa 3d a strati

Stampa 3D ad Impatto
© Gramazio Kohler Research ETH Zurich

Grazie alla stampa 3D ad Impatto, sviluppata dal team guidato dalla Prof. Lauren Vasey, è possibile abbattere la CO2 connessa al settore delle costruzioni del 50%. Il sistema “Impact Printing” utilizza la terra riciclata dagli scavi degli edifici quale materiale per la stampa 3D. A differenza del metodo più comune utilizzato, che prevede lo stampo di strati sovrapposti, la stampa 3D ad impatto sfrutta la deposizione controllata e ad alta velocità di materiale. Il progetto dell’ETH riesce a depositare materiale alla velocità di oltre 1 metro al secondo, per costruire strutture stabili alte 1,5 metri al giorno

Impact Printing è in grado di supportare carichi in compressione fino a 5 MPa, ma i traguardi migliori sono visibili a livello ambientale. Le strutture realizzate con questo metodo di stampa 3D ad Impatto hanno il potenziale per abbattere della metà le emissioni prodotte dalla costruzione degli edifici, per una stima pari a meno di 12 kg di CO2 per mq.  

Parallelamente il team dell’ETH sta implementando la ricerca sulle strategie di progettazione a controllo digitale per realizzare strutture sempre più velocemente e sempre più alte e complesse. “Diventerà un processo di produzione adattativo in-situ senza precedenti”, commentano dal gruppo di ricerca, “e aprirà la strada ad approcci radicalmente nuovi per la produzione di strutture in terra cruda”.

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Lo sponsor del progetto è WASP, l’azienda italiana da 10 anni leader del settore, già famosa per aver realizzato Tecla, le case stampate in 3D in terra cruda progettate da Mario Cucinella. Per le loro incredibile capacità di stampa con materiali plastici riciclati, le macchine WASP sono state impiegate dalla stessa MARVEL Studio per il set del film Wakanda Forever.