E' la piattaforma Bee Breeders a lanciare un inusuale contest: progettare dei servizi igienici per il campo base sul Monte Everest.
Sull’Everest gli escrementi abbandonati ghiacciano, contaminano la neve e si disperdono nell’aria causando malattie
Sembra impossibile da credere, ma nella scalata verso il Monte Everest la frase “attento a dove metti i piedi” potrebbe assumere un significato diverso dal semplice prestare attenzione a non cadere. Ogni anno migliaia di trekker più o meno esperti si riversano sulla montagna più alta del mondo portando con sé un problema di gestione dei rifiuti, e degli escrementi, non indifferente.
La piattaforma Bee Breeders ha pensato di lanciare un contest aperto a tutti per la progettazione di servizi igienici al campo base del Monte Everest. Ovviamente oltre all’aspetto progettuale, il concorso vuole scatenare una riflessione su di un grande problema ambientale che interessa questi splendidi luoghi.
Non essendoci bagni, gli escursionisti lasciano i propri “bisogni” lungo il percorso. Ad alte quote gli escrementi umani congelano, trasformandoci in particelle che possono contaminare la neve e persino disperdersi nell’aria, causando malattie agli altri viaggiatori.
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I partecipanti al concorso Everest Challenge sono chiamati ad ideare dei servizi igienici sostenibili, integrati con l’ambiente circostante e di facile gestione. Ci sarà tempo fino al 15 novembre 2021 per presentare le proprie idee e tentare di vincere i 6.000 euro del primo premio.
Everest Challenge e l’architettura umile
La piattaforma Bee Breeders non è nuova a questo genere di iniziative. I concorsi Humble Architecture sono appositamente create per spingere i professionisti dell’architettura verso sfide più umili, ma con altrettanta importanza progettuale. “Ogni concorso di idee della serie è ambientato in una diversa location famosa in tutto il mondo e cerca di risolvere un problema universale per tutti noi: i bagni”.
“Una cultura dell’architettura guidata dall’ego sta rapidamente diventando un problema nella nostra professione. Il desiderio di un architetto di farsi notare solo per facciate sfarzose e pompose, spesso trascurando le vere sfide progettuali nascoste, non è ciò di cui il mondo ha bisogno in questo momento”.