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L’architetto Heatherwick lancia “Humanise”: la campagna contro gli edifici noiosi

Secondo il progettista Thomas Heatherwick le strutture “senz'anima” rendono le persone più stressate e inclini a problemi psicologici. La campagna Humanise vuole combattere la monotonia promuovendo bellezza, sostenibilità e interesse

“Gli edifici noiosi ti affamano l’anima”

(Rinnovabili.it) – Gli edifici noiosi e privi di complessità visive aumentano i nostri livelli di cortisolo, causando problemi di stress e salute mentale. Per promuovere la cultura della bellezza e dell’interesse l’architetto britannico Thomas Heatherwick ha lanciato la campagna decennale “Humanise”, richiamando l’attenzione internazionale sulla necessità di abbandonare il concetto di edificio come contenitore a favore di strutture che ispirino le menti. E il video di lancio della campagna ne è un perfetto emblema.

Il pensiero di Heatherwick in realtà è sostenuto da numerose ricerche scientifiche e neurologiche che hanno dimostrato come l’ambiente fisico che ci circonda abbia una profonda influenza sul nostro benessere psicologico. “Dobbiamo esigere senza timore l’interesse. Dobbiamo ribellarci alla blandificazione delle nostre strade, paesi e città, e realizzare edifici che nutrano i nostri sensi. Gli esseri umani meritano posti umani”, commenta attraverso la sua campagna il progettista.

Humanise, la campagna per fermare la catastrofe

Abbiamo dedicato 100 anni a costruire edifici che poche persone amano” prosegue l’architetto Heatherwick che ha definito il problema una vera e propria catastrofe. Un secolo di architettura dannosa che ha contribuito a rendere le persone stressate, arrabbiate, spaventate e mentalmente malate. I concetti espressi dalla campagna Humanise sono supportati da molteplici ricerche, non ultima quella del professor Colin Ellard, professore psicologo e ricercatore all’Università di Waterloo in Canada, il quale ha affermato che vi sono prove crescenti che dimostrano “il profondo impatto che la progettazione degli edifici ha su come ci sentiamo, su come ci trattiamo l’un l’altro e sul nostro modo di vivere”. Heatherwick è andato oltre, commissionando ad un think tank guidato da Ruth Dalton, professoressa di architettura alla Northumbria University, una ricerca che mostrasse prove concrete del legame tra edifici noiosi e benessere psicologico.

Gli edifici noiosi nutrono la crisi climatica

Esiste inoltre una relazione tra gli edifici noiosi e l’emergenza climatica. Una significativa percentuale delle emissioni globali annuali di CO2 proviene dagli edifici e dai materiali da costruzione ed ogni anno miliardi di mq di edifici vengono demoliti e sostituiti molto semplicemente perché “a nessuno importa” di queste strutture di scarso interesse.

Tra le numerose iniziative avviate dalla campagna Humanise, il progetto chiede al pubblico di inviare foto di architetture di scarso interesse presenti nelle proprie città, per tracciare un “Indice degli edifici noiosi”.

La soluzione al problema

Per aiutare a risolvere questa crisi urbana, Heatherwick suggerisce una semplice regola: un edificio dovrebbe essere in grado di attirare la tua attenzione per il tempo necessario a passargli accanto.

Mentre sono tre i mantra che i progettisti dovrebbero seguire per raggiungere l’obiettivo:

  1. L’emozione come funzione. Accettare che il modo in cui le persone percepiscono un edificio è una parte fondamentale della sua funzione.
  2. Pensare a 1000 anni. Progetta edifici con la speranza e l’aspettativa che durino 1.000 anni.
  3. Dare priorità alla “distanza dalla porta”. Concentrate le qualità interessanti di un edificio a
    due metri di distanza dalla porta.

Il pensiero di Humanise va oltre all’edificio troppo piatto, troppo semplice, troppo dritto, troppo lucido, troppo monotono, troppo anonimo e troppo serio, perchè “gli edifici noiosi ti affamano l’anima”.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.