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Green Leaf: lo sviluppo del Bangladesh in una foglia

Integrare la vegetazione all’architettura sembra essere diventata una moda del 21° secolo. A partire dal vicino esempio del Bosco Verticale, un progetto dell’architetto Boeri in costruzione a Milano, fino ad arrivare a quella che presumibilmente potrebbe diventare la Città Giardino per eccellenza, il progetto “Green Leaf”. Ci troviamo a Dhaka, in Bangladesh, città conosciuta soprattutto per il famoso edificio della National Assembly Building, opera del celebre architetto Louis Khan; in questo caldo contesto è iniziata da pochi giorni la realizzazione della prima città giardino sostenibile della nazione, che si prevede sarà in grado di ospitare più di 10.000 persone entro il 2015.

I vincitori del concorso indetto per la costruzione di “Shobuj Pata” (Green Leaf) sono tre aziende canadesi, JET Architecture, JCI Architects e Terraplan Landscape Architects, che hanno deciso di ricreare una città totalmente verde, dove le emissioni di carbonio potessero essere ridotte a zero per permettere ai futuri residenti di vivere in un ambiente salubre. Lo spazio abitabile corrisponderà a 2.400 unità abitative alle quali si affiancheranno centri congressi, moschee, scuole, uffici, spazi commerciali e, ovviamente, aree verdi attrezzate.

Il team di architetti vorrebbe aiutare il Bangladesh a progettare la sua prima comunità sostenibile, per dar vita ad un prototipo innovativo, dove il verde e l’efficienza energetica siano le fondamenta del progetto.

La risposta architettonica ai problemi climatici

Le origini di un disegno urbano così singolare, risiedono proprio nelle caratteristiche climatiche della Regione, fortemente interessata da precipitazioni durante tutto l’arco dell’anno, tanto da essere considerato il Paese con la media di precipitazioni annue più alta del mondo. Questo problema, sommato alle alte temperature, generano una vera e propria cappa che perennemente aleggia sulla città, trasformando Dhaka in un’isola di calore urbano estremamente difficile da gestire.

L’altra sfida a cui erano chiamati a rispondere con il quartiere Green Leaf i progettisti, è l’alta densità urbana. Tecnologie passive e sistemi attivi di produzione energetica, assicurano un elevato comfort interno alle abitazioni, prevenendo inoltre, la dispersione di fumi o sostanze nocive in atmosfera, che andrebbero ulteriormente ad aggravare le condizioni climatiche, nelle quali versa la città.

Facciate e tetti sono ricoperte da vegetazione locale, per abbassare la temperatura esterna e aiutare il deflusso della notevole quantità di acqua piovana: dopo essere stata assorbita dalle componenti verdi, l’acqua in eccesso, viene convogliata in un unico serbatoio, per essere filtrata, depurata e reimmessa in rete.

Se la vegetazione degli edifici contribuisce al microclima interno, le vaste  aree destinate a parco pubblico saranno indispensabili per la vita dell’intero quartiere, filtrando l’aria, assorbendo il calore estivo e creando un sistema naturale di ventilazione che eviterà la formazione dell'”isola di calore”.

La città giardino


Non sarà solo la natura a dimostrare il cuore verde del progetto Green Leaf. L’accurata progettazione degli spazi daranno vita ad un quartiere a misura d’uomo, molto lontano dalle trafficatissime metropoli asiatiche. In questo eco contesto, le automobili private, saranno relegate all’esterno del quartiere, comodamente distribuite nei parcheggi sotterranei, per consentire ai futuri residenti di riprendersi gli spazi urbani, solitamente contesi dalle grigie vie di comunicazione.

La pianificazione urbanistica della futura città giardino, promette ampi viali alberati esclusivamente pedonali, sapientemente serviti da un’efficiente rete di mezzi di trasporto pubblico, che trasformerebbe il Bangladesh in un  nuovo esempio di sviluppo sostenibile. Anche l’architettura degli edifici sarà open-air, in un sistema quasi intercambiabile con gli spazi esterni. Efficienza energetica e tecnologie innovative, consentiranno alle unità residenziali di ridurre il peso dei costi di gestione, nonchè il peso ambientale, consentendo anche alle classi meno abbienti di accedere al quartiere, alzando notevolmente lo standard di vivibilità del Paese.

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