Rigenerazione ecologica, sviluppo locale, benessere delle persone. Sono gli obiettivi contenuti nella ‘Carta’ per la neutralità climatica messa a punto dal Green city ntework, la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Rigenerazione ecologica, sviluppo locale, benessere delle persone. Sono gli obiettivi cui si spera di giungere vincendo la sfida della neutralità climatica, soprattutto nelle green city, grazie a un Piano. E’ la sostanza della ‘Carta’ per la neutralità climatica messa a punto dal Green city network (la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile).
In questa fase la transizione ha bisogno di un salto di qualità per arrivare a un taglio delle emissioni di gas serra di almeno il 55% al 2030, e alla neutralità climatica al 2050. Anche perché le città sono responsabili di oltre il 70% di emissioni di gas serra e le risorse per far fronte ai danni provocati dagli eventi estremi in Italia dal 2013 ad oggi sono stati di circa 11,42 miliardi di euro.
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“Così come sta avvenendo a livello europeo in vista della COP26 di Glasgow è necessario che anche le città italiane si impegnino di più per il clima – osserva Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – la Carta per la neutralità climatica delle green city fornisce alcune indicazioni che possono essere molto utili per aggiornare questo impegno che può essere anche un’occasione di riqualificazione della qualità ecologica delle città e di rilancio dello sviluppo sostenibile locale”.
La Carta – già sottoscritta da 45 città, tra cui Arezzo, Bari, Belluno, Bergamo, Brescia, Cosenza, Firenze, Genova, Livorno, Lucca, Mantova, Milano, Napoli, Parma, Pescara, Rimini, Sorrento, Torino – contiene un pacchetto di quaranta misure, catalogate in 5 obiettivi strategici; si va dall’uso delle risorse del Pnrr per progetti che ricadono sul clima ma anche per le riqualificazioni energetiche di edifici pubblici e privati, l’elettrificazione della mobilità urbana, l’uso dei biocarburanti sostenibili, la promozione della bioeconomia rigenerativa per recuperare aree dismesse e tutelare i suoli agricoli, le progettazioni di modelli circolari, l’incremento dei parchi. Si tratta di misure – viene spiegato – per mettere “la città sulla ‘buona strada’ verso la neutralità climatica”.
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La mappa del Piano in 5 punti: promuovere un nuovo protagonismo delle città per la transizione alla neutralità climatica, e accompagnare l’adesione alla Carta con un piano di attività che indichi misure, target e tempi, integrando le misure di mitigazione e quelle di adattamento climatico; aumentare l’impegno per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili riducendo i consumi complessivi di energia entro il 2030 di almeno il 15% rispetto a quelli pre-pandemia e tagliando di circa il 40% i consumi di combustibili fossili, arrivando al 40% di fonti rinnovabili a fine decennio con le rinnovabili elettriche che dovranno coprire il 70% della produzione; puntare su una mobilità urbana più sostenibile con meno auto, favorire il modal shift e la sharing mobility, estendere le zone pedonalizzate, le Ztl, le reti di piste ciclabili e di percorsi pedonali, promuovere l’elettrificazione, riorganizzare la distribuzione urbana delle merci; promuovere l’economia circolare decarbonizzata; aumentare gli assorbimenti di carbonio.