La proposta di revisione della Direttiva EPBD, parte del Fit for 55, è stata presentata il 15 dicembre 2021
(Rinnovabili.it) – Dal 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere ad emissioni zero, mentre la riqualificazione dell’intero patrimonio edilizio europeo dovrà essere terminata entro il 2050, eliminando anche in questo caso tutte le emissioni.
Sono questi gli obiettivi prioritari fissati definitivamente dal Consiglio dell’Unione Europea parte integrante del pacchetto “Fit for 55” in merito alla proposta di revisione della Direttiva sulla Prestazione Energetica nell’Edilizia.
Avviata lo scorso 15 dicembre 2021 su proposta della Commissione, la revisione della Direttiva EPBD, Energy Performance Building Directive, ha ricevuto oggi l’ok anche dai rappresentati dei Ventisette
La proposta è essenziale considerando che il comparto delle costruzioni è responsabile del 40% dell’energia consumata e del 36 % delle emissioni dirette e indirette di gas serra.
Nuovi edifici net zero emission entro il 2030
L’attuale EPBD, rivisto l’ultima volta nel 2018, stabilisce i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici nuovi ed esistenti in fase di ristrutturazione. Stabilisce una metodologia per il calcolo della prestazione energetica integrata degli edifici e introduce una certificazione di prestazione energetica per gli edifici. La revisione della Direttiva sulle prestazioni degli edifici è perciò determinate per realizzare la strategia Renovation Wave e gli obiettivi del pacchetto Fit for 55.
Per quanto riguarda le nuove costruzioni, il Consiglio ha confermato quanto preannunciato:
- dal 2028 i nuovi edifici di proprietà degli enti pubblici dovranno essere ad emissioni zero
- dal 2030 l’obbligo si estenderà a tutti i nuovi edifici.
Per gli edifici esistenti stabiliti standard minimi
Per garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi del pacchetto Fit for 55, gli Stati membri hanno raggiunto un accordo anche in merito alla riqualificazione degli edifici esistenti, per la maggior parte energivori ed obsoleti.
Per gli edifici non residenziali l’accordo prevede uno standard minimo di prestazione energetica che corrispondano alla quantità massima di energia primaria che gli edifici possono utilizzare per mq all’anno. L’obiettivo è indubbiamente quello di stimolare le ristrutturazioni arrivando ad eliminare progressivamente le strutture più energivore e con le peggiori prestazioni.
Sarà fissata in questo caso una prima soglia massima di prestazione energetica, basate sulla riduzione del consumo di energia primaria del 15% entro il 2030. Percentuale che salirà al 25% entro il 2034.
Le soglie saranno stabilite in base al consumo del parco immobiliare nazionale rilevate al 1° gennaio 2020, differenziandosi in base alle tipologie edilizie.
Per gli edifici residenziali esistenti, gli Stati membri hanno invece deciso di fissare standard minimi di prestazione basati su una traiettoria nazionale che porti alla progressiva e totale conversione dell’intero patrimonio in edifici ad emissione zero.
Per assicurare la corretta applicazione della direttiva, ci saranno due step di controllo per ciascuno stato membro:
- entro il 2033 la classe di prestazione dell’intero parco edilizio dovrà essere D;
- entro il 2040 il valore da garantire sarà stabilito a livello nazionale chiaramente allineato all’obiettivo di eliminare totalmente le emissioni entro il 2050.
Nuove classi energetiche A0 e A+
Alle classi di prestazione energetica già conosciute si aggiungerà la classe A0 per gli edifici ad emissioni zero. Gli immobili che andranno oltre riuscendo anche a produrre più energia (rinnovabile) di quella richiesta, rientreranno invece nella nuova classe A+.
Produrre energia solare in loco
Il pacchetto Fit for 55 parla anche di generazione di energia solare, riportati dalla revisione approvata dal Consiglio oggi secondo alcuni step:
- entro il entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con metratura utile superiore a 250 mq;
- entro il 31 dicembre 2027, su tutti gli edifici esistenti, pubblici e non residenziali, oggetto di un’importante o profonda ristrutturazione, con metratura utile superiore a 400 mq;
- entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali.
Tra le risposte affermative convenute dagli Stati Membri rientra anche l’ok al passaporto di ristrutturazione volontaria e al cablaggio della rete per le infrastrutture della mobilità elettrica pubblica e privata.
Ad ogni Stato membro la propria tabella di marcia
Sarà compito delle singole nazioni stabilire una tabella di marcia da seguire che tenga conto degli obiettivi condivisi fissati al 2030, 2040 e 2050. La strategia dovrà fissare obiettivi sia in termini di rinnovamento energetico, di riduzione del consumo di energia primaria e di riduzione delle emissioni operative di gas serra. I primi piani dovranno essere emessi entro il 30 giugno 2026 e successivamente ogni cinque anni.
Leggi anche Prestazioni energetiche edifici: la nuova Direttiva EPBD punta alla decarbonizzazione entro il 2050
“Il settore edile è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici dell’UE per il 2030 e il 2050. Ma più di questo, l’accordo raggiunto oggi aiuterà i cittadini a realizzare sostanziali risparmi energetici. Edifici migliori e più efficienti dal punto di vista energetico miglioreranno la qualità della vita dei cittadini riducendo al contempo le bollette energetiche e alleviando la povertà energetica”, commenta Jozef Síkela, ministro ceco dell’industria e del commercio.