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Festival de l’architecture: ecocreatività in 20mq

(Rinnovabili.it) – Nel cuore dell’Alsazia, una splendida regione francese ricca di paesaggi naturali e famosa per le sue cicogne, si sta svolgendo in questi giorni un Festival molto particolare, dedicato alla convivenza tra l’architettura minimalista sostenibile, l’ambiente naturale quasi selvaggio ed il nuovo concetto di turismo responsabile.

Si tratta del Festival del’architecture, che fino al 15 settembre trasformerà il territorio limitrofo alla cittadina di Muttersholtz ed il vicino parco del Grand Riet, in una mostra a cielo aperto, dove scoprite e toccare con mano i micro progetti vincitori del concorso Archi <20, cuore pulsante del festival. Con il doppio intento di rispettare l’ambiente e di stimolre l’eco creatività dei partecipanti, il concorso Archi<20 era rivolto a studenti, architetti, designer, o professionisti che fossero in grado di realizzare con un budget di spesa massimo di 7.000 euro ed una superficie massima di 20mq, una piccola casa-padiglione, costruita con materiali naturali o di recupero e destinata ad accogliere i turisti e le famiglie che quotidianamente visitano la vicina foresta del Riet.

I risultati sono stati sorprendenti, lasciando ovviamente molto spazio all’ecocreatività dei partecipanti, per stimolare il dibattito ed attirare l’attenzione sull’esigenza di ritrovare uno stile di vita più salubre, partendo prima di tutto dalle case nelle quali viviamo. Pur avendo realizzato piccoli esempi di eco costruzioni, le case costruite per Archi<20 si inseriscono perfettamente nel più ampio contesto internazionale che progressivamente sta avviando la trasformazione del comparto edile a favore di una maggiore efficienza delle strutture, nonché di un notevole abbattimento delle emissioni nocive, possibile solo riducendo gli sprechi e riutilizzando le risorse già a nostra disposizione.

I VINCITORI – I progetti vincitori di Archi<20 sono numerosi, tuttavia alcuni esempi più di altri hanno saputo attirare la curiosità e l’interesse dei numerosi partecipanti che ad oggi hanno visitato il festival de l’architecture.

Come il padiglione L’Observatoire di CLP Arquitectos, dove a predominare è il legno di pino, proveniente dalla manutenzione della foresta della Grand Riet. Un padiglione a 3 piani composto da una serie di piccoli moduli quadrati, tamponati rispettivamente con legno o vetro, collocabili nella struttura a seconda delle esigenze di illuminazione, ventilazione o ombreggiamento necessarie per ogni singolo momento della giornata. Ancora più interessante è il progetto del team StAndré-Lang Architectes intitolato Autour du Ried, e costruito utilizzando gli scarti della lavorazione del legno, assemblati in pannelli, pali e travi di legno proveniente dalla vicina foresta e pannocchie. Si tratta di un padiglione circolare rivestito da una semplice pensilina lignea ed uno spazio aperto centrale coronato da un lucernario che consente a luce ed aria di penetrare nella struttura. Ciò che rende unica questa piccola abitazione, tuttavia è l’involucro esterno, ispirato ai coltivatori di questa regione francese che accoglie tra la facciata interna e quella esterna una serie di pannocchie destinate all’essicatura, svolgendo quindi il duplice compito di proteggere la struttura interna er di facilitare il lavoro degli agricoltori.

Sempre in tema di riciclo è il padiglione ArchiVin dell’Association [K*DK] che sfrutta i materiali ricavati dal processo di produzione e vendita del vino, per dar vita ad una piccola costruzione decisamente originale.

Le cassette contenenti l’uva formano la struttura principale della costruzione completata però da un soffitto decisamente insolito, formato dall’inserimento delle bottiglie vuote di vino all’interno della struttura lignea. Destinato ad essere ricoperto dalle piante rampicanti ArchiVin trasforma gli scarti di un processo industriale, in una struttura che potrebbe rappresentare l’immagine della ditta stessa. Il padiglione Abri gami invece lascia il legno per servirsi di due altri materiali provenienti da processi di riciclo: le bottiglie di plastica ed il cartone. 1.800 bottiglie sono state utilizzate in questo progetto per creare la struttura base che permette alla casa di galleggiare sull’acqua e di sostenere contemporaneamente fino a 3.000kg; mentre per realizzare pareti, copertura e mobili, è stato utilizzato unicamente del cartone riciclato, rivestito da un particolare tessuto per proteggerlo dalle intemperie. Per coniugare architettura, tursmo ed economio invece c’è l’edificioPer coniugare architettura, tursmo ed economio invece c’è l’edificio “Une tour potagère”, una torre vegetale, costituita anch’essa in legno ma destinata ad accogliere nei vai livelli interni la coltivazione di ortaggi ed essenze per contrastare il problema della continua crescita di densità urbana e dell’esigenza di dare un valore aggiunto alle abitazioni.

 

Necuore dell’Alsazia, una splendida regione francese ricca di paesaggi naturali e famosa per le sue cicogne, si sta svolgendo in questi giorni un Festival molto particolare, dedicato alla cnvivenza tra l’architettura minimalista sostenibile, l’ambiente naturale quasi selvaggio ed il nuovo concetto di turismo responsabile. Si tratta del Festival del’architecture, che fino al 15 settembre trasformerà il territorio limitrofo alla cittadina di Muttersholtz ed il vicino parco del Grand Riet, in una mostra a cielo aperto, dove scoprite e toccare con mano i micro progetti vincitori del concorso Archi <20, cuore pulsante del festival. Con il doppio intento di rispettare l’ambiente e di stimolre l’eco creatività dei partecipanti, il concorso Archi<20 era rivolto a studenti, architetti, designer, o professionisti che fossero in grado di realizzare con un budget di spesa massimo di 7.000 euro ed una superficie massima di 20mq, una piccola casa-padiglione, costruita con materiali naturali o di recupero e destinata ad accogliere i turisti e le famiglie che quotidianamente visitano la vicina foresta del Riet. I risultati sono stati sorprendenti, lasciando ovviamente molto spazio all’ecocreatività dei partecipanti, per stimolare il dibattito ed attirare l’attenzione sull’esigenza di ritrovare uno stile di vita più salubre, partendo prima di tutto dalle case nelle quali viviamo. Pur avendo realizzato piccoli esempi di eco costruzioni, le case costruite per Archi<20 si inseriscono perfettamente nel più ampio contesto internazionale che progressivamente sta avviando la trasformazione del comparto edile a favore di una maggiore efficienza delle strutture, nonché di un notevole abbattimento delle emissioni nocive, possibile solo riducendo gli sprechi e riutilizzando le risorse già a nostra disposizione.

I progetti vincitori di Archi<20 sono numerosi, tuttavia alcuni esempi più di altri hanno saputo attira la curiosità e l’interesse dei numerosi partecipanti che ad oggi hanno visistao il festival de l’architecture.

Come il padiglione L’Observatoire di CLP Arquitectos, dove a predominare è il legno di pino, proveniente dalla manutenzione della foresta della Grand Riet. Un padiglione a 3 piani composto da una serie di piccoli moduli quadrati, tamponati rispettivamente con legno o vetro, Nel cuore dell’Alsazia, una splendida regione francese ricca di paesaggi naturali e famosa per le sue cicogne, si sta svolgendo in questi giorni un Festival molto particolare, dedicato alla cnvivenza tra l’architettura minimalista sostenibile, l’ambiente naturale quasi selvaggio ed il nuovo concetto di turismo responsabile. Si tratta del Festival del’architecture, che fino al 15 settembre trasformerà il territorio limitrofo alla cittadina di Muttersholtz ed il vicino parco del Grand Riet, in una mostra a cielo aperto, dove scoprite e toccare con mano i micro progetti vincitori del concorso Archi <20, cuore pulsante del festival. Con il doppio intento di rispettare l’ambiente e di stimolre l’eco creatività dei partecipanti, il concorso Archi<20 era rivolto a studenti, architetti, designer, o professionisti che fossero in grado di realizzare con un budget di spesa massimo di 7.000 euro ed una superficie massima di 20mq, una piccola casa-padiglione, costruita con materiali naturali o di recupero e destinata ad accogliere i turisti e le famiglie che quotidianamente visitano la vicina foresta del Riet. I risultati sono stati sorprendenti, lasciando ovviamente molto spazio all’ecocreatività dei partecipanti, per stimolare il dibattito ed attirare l’attenzione sull’esigenza di ritrovare uno stile di vita più salubre, partendo prima di tutto dalle case nelle quali viviamo. Pur avendo realizzato piccoli esempi di eco costruzioni, le case costruite per Archi<20 si inseriscono perfettamente nel più ampio contesto internazionale che progressivamente sta avviando la trasformazione del comparto edile a favore di una maggiore efficienza delle strutture, nonché di un notevole abbattimento delle emissioni nocive, possibile solo riducendo gli sprechi e riutilizzando le risorse già a nostra disposizione.

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