Rinnovabili • Facciate ventilate Rinnovabili • Facciate ventilate

Facciate ventilate: dopo 20 anni aggiornata la norma UNI 11018

Il testo, già in vigore, riporta la terminologia ed i requisiti delle facciate ventilate in qualsiasi materiale, ai fini di migliorare le prestazioni e la sostenibilità

Facciate ventilate
credits: © 123RF Free Images

La norma UNI 11018 è la prima parte di futuri tre sezioni di cui si comporrà la norma 2023

(Rinnovabili.it) – Lo scorso 14 dicembre 2023, l’UNI ha pubblicato una nuova norma che va finalmente a colmare l’importante vuoto normativo nazionale ed europeo in tema di facciate ventilate. Stiamo parlando della norma UNI 11018 parte 1 del 2023Facciate ventilate – Parte 1: Caratteristiche prestazionali e terminologia”, la prima di tre approfondimenti ciascuno dei quali verà dedicato a materiali diversi per rivestimenti di facciate ventilate.

Prima della sua pubblicazione l’ultimo riferimento per gli addetti ai lavori risaliva addirittura al lontano 2003, riportando per altro indicazioni solo in favore di sistemi di ancoraggio e rivestimenti lapidei o ceramici.

Cosa sono le facciate ventilate

Le facciate ventilate sono pareti fissate allo strato portante, costitute da veri e propri camini verticali (intercapedini) che massimizzano le potenzialità di comfort dell’involucro sia invernali che estive. Il principio di base è quello della discontinuità tra parete esterna e parete interna, generando così nell’intercapedine, un flusso d’aria naturalmente provocato dal gradiente termico tra a temperatura in ingresso e quella del camino. Per questo motivo tale fenomeno è definito “effetto camino”. Durante il periodo invernale, la griglia di aereazione della facciate ventilata viene “chiusa”, creando così uno strato d’aria fermo che agisce come isolamento termico per ridurre le dispersioni energetiche ed il tasso di umidità. Al contrario, nel peridoo estivo, l’aria viene lasciata libera di fluire naturalmente nel camino.

La norma UNI 11018-1: 2023, già in vigore, permette di progettare al meglio queste facciate ventilate, siano esse realizzate con qualsiasi materiale, indicando le caratteristiche prestazioniali e la terminologia utile.

leggi anche Il guscio Idronico applicato alla facciata per ristrutturare casa senza traslocare

La norma UNI riporta anche la fondamentale distinzione con le facciate microventilate, ovvero caratterizzate da un’intercapedine sottile di minimo 2-3 cm il cui scopo principale è l’interruzione della continuità fisica tra il rivestimento esterno e gli strati di parete, per evitare anche fenomeni di richiamo d’acqua all’interno dell’involucro.

Lo strato di rivestimento esterno, combinato con la ventilazione dell’intercapedine, può proteggere gli strati più interni dall’azione degli agenti atmosferici. Come sottolineato nella norma UNI, la composizione tipo di una facciata ventialta può essere schematizzata così:

  • isolamento (o strato di isolamento);
  • intercapedine di ventilazione (camino d’aria);
  • sottostruttura comprensiva di sistemi di ancoraggio e fissaggio;
  • rivestimento (o strato di rivestimento) di facciata.

A cosa serve la norma UNI

La norma UNI 11018 parte 1 riporta le principali caratteristiche in relazione alla sicurezza in uso, al comportamento agli agenti atmosferici, all’isolamento termico e acustico e alla sostenibilità ambientale. Inoltre, il campo di applicazione vale sia per le nuove costruzioni che per gli edifici esistenti, prevedendo indicazioni sia nel caso di involucri piani, curvi o inclinati.

Sono definiti poi i limiti deformativi, gli incollaggi tra rivestimento e sottostruttura, e il degrado nel tempo. Il capitolo 6 riporta poi un elemento di fondamentale importanza, ovvero i possibili criteri di misurazione per i differenti tipi di facciate ventialte indispensabili per redigere capitolati tecnici e computi metrici.

Il testo non si applica a:

  1. facciate in muratura lapidea o in mattoni, anche se progettate con intercapedini d’aria e poste in opera con sistemi parzialmente meccanici;
  2. facciate in cui il rivestimento è fissato direttamente allo strato portante oppure allo strato di isolamento per semplice adesione o con sistemi misti adesivi e meccanici (per esempio rivestimento ceramico fissato direttamente allo strato portante con malta e zanche);
  3. facciate che utilizzano il rivestimento come cassaforma a perdere per calcestruzzo gettato in opera o per pannelli prefabbricati;
  4. facciate senza ventilazione.