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Expo: la riscoperta delle Vie d’acqua divide Milano

Riaprire le vie d'acque di Milano, realizzare 125 km di piste ciclabili, creare un anello verde: l'eredità dell'expo a Milano tra finzione e realtà.

Mancano 1177 giorni all’apertura ufficiale dell’EXPO 2015 di Milano ed il capoluogo lombardo, tra mille polemiche, si avvia ad iniziare i lavori del primo e più importante progetto che darà il via al processo di trasformazione (si spera positivo) per la città di Milano. Hanno scelto uno spettacolo teatrale gli organizzatori, per presentare alla comunità il progetto “La Darsena ritrovata. Le Vie d’Acqua”, che prevede la trasformazione e riqualificazione dei corsi d’acqua della capoluogo e dell’intera Regione.

Percorsi ciclopedonali, aree verdi, passeggiate lungo i canali ed ampie zone senza traffico ne auto, è questa l’eredita che l’expo vorrebbe e dovrebbe lasciare alla città ospitante. Si tratta di una serie di interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, riguardanti la cintura ovest della città, i Navigli e la rete irrigua che segna il territorio della provincia milanese. Nonostante risulti al quanto difficile immaginarsi la trafficata Milano di oggi come una città d’acqua, ma fino alla metà del secolo scorso, il capoluogo era attraversato da numerosi canali e vie d’acqua, utilizzati come principale via di comunicazione commerciale. Una città incredibilmente diversa quella che appariva al celebre Leonardo da Vinci, quando alla fine del ‘400 progettò il sistema di chiuse  per rendere navigabile la rete dei Navigli. Quando le barche lasciarono il posto alle automobili, i canali vennero progressivamente abbandonati, per arrivare ad essere addirittura interrati in alcune zone della città, contribuendo in buona parte al drammatico problema dei frequnti allagamenti che riguardano la città di Milano.

Numerosi piani regolatori e piani urbanistici hanno tentato in più riprese di ritrovare il volto “azzurro” della città; l’occasione dell’esposizione universale del 2015 potrebbe essere finalmente la volta buona.

La Via d’acqua

I bandi per la riqualificazione della Darsena verranno lanciati entro giugno 2012, mentre l’avvio dei lavori è previsto per l’inizio 2013, in modo da arrivare al lavoro compiuto entro dicembre 2014, poco prima dello start ufficiale dell’Expo.

L’investimento previsto per la realizzazione dell’intero progetto concepito Sandro Rossi e Edoardo Guazzoni i vincitori del concorso di idee bandito dal Comune di Milano, ammonta a 17 mln di euro e mira a realizzare un intervento a scala territoriale per connettere tra loro la città, il sito espositivo, il territorio limitrofo ed i numerosi parchi che incorniciano la città.  Saranno 125 i chilometri di pista ciclabile che correranno lungo il territorio milanese, per entrare nella cerchia metropolitana della città, dove i percorsi ciclopedonali potrebbero raggiungere i 22 km.

Il progetto, così com’è stato pensato dai suoi creatori, vorrebbe inserirsi nell’interland milanese, per fornire un supporto idrico ai terreni agricoli, per riattivare il sistema delle cascine e riqualificare le aree interne della grigia Milano, prevedendo la riapertura di alcuni tratti interrati dei Navigli e la riqualificazione dell’antico porto, per farne un nuovo specchio d’acqua cittadino, completamente libero dalle auto ed immerso nel verde.

Gli obiettivi del progetto “Le Vie d’acqua” vorrebbero essere green nel progetto e nella realtà, per rispondere in pieno al motto dell’Expo 2015: “Cibo, energia, pianeta e vita”.

Le critiche alla proposta per l’anello verde e azzurro di Milano, non hanno atteso per farsi sentire, spaccando a metà la comunità milanese, tra coloro che sognano un ritorno al passato e coloro che, molto più realisti, vorrebbero prima risolvere i problemi imminenti che la città presenta.

Come spesso accade la verità sta nel mezzo: i grandi progetti territoriali da sempre hanno contribuito a cambiare il volto di molte città europee migliorando la vita dei cittadini, ma solo quando tutti gli obiettivi vengono rispettati nel migliore dei modi e nel rispetto dell’ambiente. La speranza ancora una volta è che la meta finale di questi complessi ed indubbiamente affascinanti progetti, non sia la speculazione economica, ma la qualità della vita dei principali attori: i cittadini.