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Eurostat, dal 2024 i crediti Superbonus diventeranno “non pagabili”

Le cifre incagliate nei cassetti fiscali mettono a rischio la classificazione di Eurostat. Se la situazione resterà invariata i crediti del Superbonus nel 2024-2025 saranno considerati “non pagabili”

Crediti Superbonus
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Eurostat solo qualche settimana fa ha salvato i crediti del Superbonus 2023 classificandoli come pagabili nell’anno di origine

(Rinnovabili.it) – Purtroppo la nota di aggiornamento al NADEF 2023 non lascia spazio ai dubbi: se la situazione non cambierà, per Eurostat i crediti del Superbonus nel biennio 2024 e 2025 saranno considerati “non pagabili”. Il nocciolo del problema sono ancora una volta i crediti incagliati che hanno costretto l’ente di Statistica europeo a riconsiderare la situazione del nostro Paese, concedendoci tempo fino alla prima metà del 2024 per individuare una soluzione.

Ma perché è così determinante la differenza tra credito “pagabile” e credito “non pagabile”? Perché un credito sia considerato pagabile è essenziale che non avvengano dispersioni significative durante il suo utilizzo e che possa cioè essere corrisposto al beneficiario nel suo totale. E una mole di crediti incagliati, ovvero rimasti senza acquirenti, del valore complessivo ipotizzato di 30 miliardi di euro, non può certo essere considerata trascurabile.

Se verrà sprecato un quantitativo significativo, sarà necessario riclassificare i crediti emessi a partire dal 2020 trasformandoli in “non pagabili” ovvero spalmandoli anno per anno secondo il loro utilizzo e non più solo nell’anno di origine come è avvenuto fino ad oggi per i crediti del 2020-2022 e del 2023. Il risultato sarebbe estremamente pesante per i conti pubblici, avendo per altro un effetto retroattivo.

Cosa accadrà ai crediti del Superbonus nel 2024?

Tutto dipende da come interverrà il Governo sul tema dei crediti incagliati. Attraverso un articolo del Dl Asset è stata avviato una sorta di censimento dei crediti incagliati per arrivare a conoscerne la reale entità entro il mese di gennaio 2024. Entro il primo semestre del prossimo anno Eurostat tornerà a chiedere conto della situazione agendo di conseguenza.

E le parole contenute nella nota al NADEF 2023 sono tutt’altro che incoraggianti: “I contributi agli investimenti scontano anche il maggiore impatto finanziario dei bonus edilizi scaturente dai dati di monitoraggio più recenti. In linea con i nuovi criteri contabili adottati dall’Istat a marzo, in accordo con Eurostat, il maggiore costo emerso è registrato all’interno di questa voce di spesa nel 2023, per l’intero importo. Inoltre, per il biennio successivo viene effettuata una riclassificazione dei crediti d’imposta connessi al superbonus, da crediti pagabili a non pagabili”.