Secondo l’Associazione nel 2021-2022 i bonus edilizi hanno rappresentato 1/3 dell’aumento del Pil
(Rinnovabili.it) – Così come chiarito da Istat, i bonus edilizi sono già stati contabilizzati nel bilancio dello Stato dell’anno di sostenimento dei lavori, di conseguenza “c’è spazio per una liquidazione immediata di tutti i crediti incagliati”, liberando finalmente i c.d. esodati del Superbonus.
A mettere i puntini sulle “i” ci pensa Ance in audizione presso la Commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d’imposta. L’ultimo Decreto in ordine di tempo ad aver agito sul Superbonus e più in generale sulle opzioni alternative alla detrazione diretta dei bonus edilizi (Sconto in fattura e cessione del credito) è il Dl n.11|/2023. Purtroppo però i tre articoli contenuti nella norma hanno agito solo sulle cessioni dei crediti future, senza andare a sbloccare finalmente i crediti incagliati che costringono migliaia di esodati del Superbonus sull’orlo del fallimento.
L’intervento di Ance in Commissione al Senato prova a riportare l’attenzione sul problema chiedendo a gran voce, come del resto tutto il comparto fa da tempo, una soluzione immediata.
1 miliardo di crediti incagliati produce il blocco di 6.000 interventi
Secondo l’Associazione sono due le problematiche da risolvere. La prima è legata alle imprese che hanno concluso i lavori facendo ricorso alle proprie finanze, ma che ora si trovano esposte con le controparti coinvolte, quali fornitori, banche, lavoratori professionisti. Dall’altro lato ci sono invece le imprese che, non avendo liquidità, hanno dovuto interrompere i lavori, con la conseguenza di non riuscire a concludere gli interventi entro i termini di legge perdendo addirittura l’incentivo stesso.
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“Si stima che 1 miliardo di crediti incagliati produce il blocco di circa 6.000 interventi (tra unifamiliari e condomini), con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9.000 occupati. Pertanto, considerando uno stock di crediti fiscali incagliati in capo alle imprese di 19 miliardi di euro (audizione del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ruffini), gli effetti macroeconomici potrebbero essere estremamente preoccupanti: 32.000 imprese fallite e 170.000 disoccupati in più nel settore delle costruzioni (che raddoppiano se si considera l’indotto)”, sottolinea in audizione la Vicepresidente Economico-fiscale-tributaria, Vanessa Pesenti.
La soluzione proposta è ancora una volta quella individuata insieme ad Abi dell’utilizzo degli F24 per compensare i crediti maturati.
Altra strada percorribile sarebbe quella del coinvolgimento delle istituzioni e aziende statali, come Cassa Deposito Presiti, RFI, Fincantieri, Enel ,Eni ecc.
Crediti sequestrati per un valore di oltre 3,7 mld di euro
Nel mirino del Dl 11/2023 sono finiti tutti i bonus edilizi, anche se la detrazione a cui si mirava era con tutta probabilità il Superbonus.
Secondo la Guardia di Finanza da novembre 2023 ad oggi, sono state sottoposte a sequestro preventivo crediti d’imposta inesistenti per un valore di oltre 3,7 mld di euro. La maggior parte di questi sono da imputare però al Bonus Facciate, caratterizzato da una percentuale di agevolazione molto alta e senza limiti di spesa, ma senza alcun tipo di reale controllo sui lavori effettuati.
L’asseverazione dei lavori e la congruità delle spese hanno garantito al Superbonus un maggiore controllo, reso ancora più accurato nel caso di cessione del credito alle Banche terrorizzate dalla responsabilità solidale in caso di frode. Questo ha generato 1 ulteriore miliardo di crediti sequestrati per controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate, sommandosi alla situazione già tragica degli Esodati del Superbonus.
Alla situazione esplosiva si aggiunte il dibattito sulla Direttiva Case Green. “Un tema scottante per l’Italia, dove su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni risultano particolarmente energivori e non sono in grado di garantire le performance energetiche richieste in futuro dalla “Direttiva case green”, prosegue Ance. “Per questo serve un vero e proprio “Piano Marshall per l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio” di lungo periodo e con regole stabili nel tempo, a differenza di quanto accaduto con il Superbonus che, da incentivo di massima propulsione, si è tramutato in un boomerang per cittadini ed imprese, che avevano fatto affidamento su una legge dello Stato e che sono stati travolti dal continuo cambiamento delle norme e dal blocco del mercato dei crediti d’imposta da questo derivanti”.