Entro il 2050 Asia e d Africa raddoppieranno il proprio patrimonio costruttivo e le conseguenti emissioni degli edifici
(Rinnovabili.it) – Le emissioni degli edifici sono destinate a salire. Serve una strategia comune che garantisca il raggiungimento di traguardi di efficienza e ridotte emissioni per tutto il ciclo di vita dell’edificio, inserendo nel processo di analisi anche il carbonio incorporato dai vari materiali e puntando sulla riqualificazione del patrimonio esistente.
Questo quanto emerso grazie alla pubblicazione del “Global Status Report for Buildings and Construction 2021”, il rapporto sviluppato dalla Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC) nell’ambito dell’Environment Programme delle Nazioni Unite.
Nel 2015 le emissioni di gas serra dovute al settore delle costruzioni sono stato pari a 144 exajoule (EJ), il 38% dell’impatto globale. Nel 2019 le emissioni erano salite a 150EJ, raggiungendo livelli preoccupanti anche in termini di rifiuti edili.
La pandemia ha rallentato parzialmente questo processo, avendo fermato buona parte dei processi economici. Tuttavia, non avendo modificato in alcun modo il nostro modo di interfacciarsi con il settore delle costruzioni, le emissioni degli edifici sono destinate a salire.
Si stima che entro il 2050 Asia ed Africa raddoppieranno il proprio patrimonio edilizio arrivando a consumare un terzo delle materie prime a livello globale.
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“Il settore edilizio e delle costruzioni, in quanto principale fonte di emissioni di gas serra, deve essere urgentemente decarbonizzato attraverso una triplice strategia di riduzione della domanda di energia, decarbonizzazione dell’alimentazione e gestione dell’impronta di carbonio dei materiali da costruzione, se vogliamo avere qualche possibilità di soddisfare l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C”, ha sottolineato Inger Andersen, Executive Director of UNEP.
Piccoli passi ma ancora poco significativi
Il Global Buildings Climate Tracker ha rilevato dei piccoli miglioramenti nell’azione collettiva volta alla decarbonizzazione del settore, ma ancora troppo poco sporadici. Dal 2015 ad oggi, i Paesi che hanno incluso azioni volte al miglioramento dell’efficienza degli edifici ai sensi dell’accordo di Parigi sono passate da 90 a 136.
Gli investimenti nel campo dell’efficienza energetica sono arrivati a toccare la soglia dei 180 miliardi di dollari nel 2020, partendo da circa 129 mld del 2015. Di pari passo anche la certificazione energetica degli edifici è aumentata del 13,9 % rispetto al 2019.
Interventi purtroppo non sufficienti come evidenziato anche dal rapporto che ha sottolineato come la maggior parte delle azioni virtuose provenga da un piccolo numero di paesi europei.
Decarbonizzazione possibile entro il 2050
Ma qual è la strada da percorrere per ridurre a zero le emissioni degli edifici e raggiungere il tanto ambito traguardo della decarbonizzazione?
Prima di tutto il 2030 sarà un anno di verifica, entro il quale secondo l’International Energy Agency si dovranno ridurre le emissioni di CO2 degli edifici del 50%.
Secondo il Global Buildings Climate Tracker è essenziale guardare al settore delle costruzioni prendendo in esame anche il carbonio incorporato dai vari materiali ed i processi produttivi di lavorazione delle materie prime. La semplice misurazione dell’efficienza degli edifici una volta in opera, chiaramente non è sufficiente ad assicurare un miglioramento.
Le strategie suggerite dal Report
Per garantire la totale decarbonizzazione da qui al 2050, il report stima sia necessario un aumento degli investimenti nell’efficienza energetica di almeno il 3% l’anno andando a coinvolgere anche e soprattutto gli investimenti privati.
Un ulteriore aspetto da incentivare è l’obbligatorietà dell’adozione di codici edilizi a livello globale che fissino regole ferree sull’efficienza dell’involucro edilizio, sulla scelta degli impianti impiegati, sulla pianificazione integrata, sulla gestione energetica della struttura e, soprattutto, una progettazione che assicuri il funzionamento ottimale dell’edificio anche nel futuro utilizzo.
In conclusione sarà essenziale puntare sulla riqualificazione degli edifici preesistenti, assicurando la costruzione di nuovi edifici ad emissione zero o quasi.