(Rinnovabili.it) – Ennesimo richiamo della Commissione europea all’Italia per le inadempienze legate al recepimento dell’ormai superata Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.
Dopo numerosi richiami formali ed informali, dopo il provvedimento di infrazione avviato nel 2006 nei confronti dell’Italia per inadempienze e dopo le diverse lettere di costituzione in mora, oggi la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia dell’UE per non essersi ancora adeguata alle disposizioni che regolano gli attestati di rendimento energetico e per la mancata comunicazione delle misure di attuazione relative alle ispezioni dei sistemi di condizionamento d’aria.
Considerando che entro il 2020 tutti gli edifici dovranno rispettare severi criteri di standard energetici, le inadempienze italiane non fanno altro che prolungare l’agonia, creando confusione tra gli operatori del settore, danneggiati principalmente dalla mancanza di una normativa unica nazionale che sostituisca gli innumerevoli provvedimenti regionali.
In merito agli attestati di certificazione energetica la Direttiva europea, prevede infatti che, in tutte le trattative di compravendita degli immobili, il documento sia messo a disposizione del futuro acquirente per tracciare un quadro completo delle prestazioni dell’edificio e dei relativi costi. Ad oggi la nostra direttiva nazionale non prevede questo requisito per tutti gli edifici e comprende deroghe all’obbligo di certificazione da parte di un esperto che non sono previste nella direttiva.
Il problema per i sistemi di condizionamento d’aria è molto simile: la normativa prevede infatti che le vengano effettuate periodicamente, valutando prima di tutto l’efficienza del sistema e del suo dimensionamento, corredata da raccomandazioni in merito ai possibili miglioramenti. Le autorità italiane finora non hanno notificato alcuna misura attuativa di questa disposizione.