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Effetti economici del Superbonus: secondo il Censis prodotto un valore di almeno 115 mld

Secondo l'indagine del Censis i 55 mld di investimento hanno prodotto un valore di produzione della sola filiera edile di 79,7mld, attivando 900mila unità di lavoro in più. Il gettito fiscale ammonterebbe al 70% della spesa dello Stato

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Presentato ieri lo studio del Censis “Ecobonus e superbonus per la transizione energetica del Paese”

(Rinnovabili.it) – Tra chi è a favore e chi contro, continua la storia infinita del Superecobonus, negli ultimi giorni al centro dell’interesse per l’ennesima modifica che verrà attivata con il Decreto Aiuti quater portando la percentuale di detrazione dal 110 al 90. Ma quali sono gli effetti economici che questo incentivo ha realmente prodotto a livello nazionale? Anche in questo caso la risposta non è univoca. Per la Banca d’Italia la misura è solo un peso che non aiuta lo Stato ne tantomeno l’ambiente. Di parere opposto sono Ance, CNI, Federcostruzioni, che invece vedono il Superbonus come un mezzo per riqualificare il patrimonio immobiliare e per far guadagnare anche lo Stato. A quest’ultimo elenco si aggiunge il Censis, che proprio ieri ha presentato un rapporto realizzato in collaborazione con Harley&Dikkinson e la Filiera delle Costruzioni, sul legame tra la transizione ecologia del Paese ed i bonus edilizi.

Gli effetti economici del Superbonus

Il Censis stima che i 55 miliardi di euro di investimenti certificati da Enea tra agosto 2020 e ottobre 2022, abbiano prodotto un valore di produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi, pari a 79,7 miliardi di euro. A questi si sommano i 36 miliardi di produzione attiva in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell’indotto, arrivando ad un totale di 115 miliardi di euro.

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Gli effetti fiscali del Superbonus

Accanto agli effetti economici del Superbonus si devono poi sommare gli introiti del gettito fiscale, altrettanto rilevante. Secondo il Censis, tale gettito ammonterebbe a circa il 70% della spesa a carico dello Stato. A confermarlo sono i dati del Mef, che tra gennaio e settembre 2022, hanno registrato un incremento del gettito dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “E’ verosimile pensare che proprio il comparto edile abbia considerevolmente contribuito a questa dinamica espansiva delle entrate tributarie”, si legge nel report.

Gli effetti occupazionali

Lo studio sottolinea che gli effetti sull’occupazione del Superecobonus per l’intero periodo rilevato da Enea, sia pari a 900mila unità di lavoro, tra dirette ed indirette. Con un picco significativo nel periodo compreso tra gennaio e ottobre 2022 , in cui si stima che i lavori di efficientamento degli edifici abbiano attivato 411.000 occupati diretti.

Gli effetti ambientali

Essendo nato come strumento per velocizzare la riqualificazione energetica del patrimonio edile favorendo anche le classi più svantaggiate, il valore ambientale del Superbonus va sicuramente messo al primo posto. Il Censis stima che la spesa di 55 miliardi sui lavori, generi un risparmio di 11.700 GWh/anno, corrispondenti a 1,1 miliardi di mc di gas, pari al 40% del risparmio energetico che il Piano emergenziale di riduzione dei consumi del settore domestico si prefigge di realizzare nell’autunno-inverno 2022-2023 (2,7 miliardi di metri cubi di gas).

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Le case riqualificate grazie al Superbonus valgono in media dal 3 al 5% in più grazie al salto di classe. Inglobando nel calcolo anche gli ecobonus ordinari si stima che il risparmio economico si aggiri attorno ai 2 miliardi di mc di gas, ovvero due terzi di tutti i risparmi di gas previsti dall’Italia per la riduzione dei consumi domestici. L’ambiente ne beneficia anche in termini di emissioni: si stima che l’efficientamento degli edifici condotto fino ad ora, abbia abbattuto circa 1,4 miliardi di tonnellate di CO2.