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Edilizia scolastica italiana a rischio: la maggior parte non ha il certificato di agibilità 

edilizia scolastica
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Delle risorse stanziate tra PNRR e altri fondi è stato utilizzato solo il 22,19% 

(Rinnovabili.it) – E’ pronto a ricominciare l’anno scolastico eppure, nonostante le tante parole, i ragazzi torneranno a vivere la loro quotidianità in strutture insicure, talvolta fatiscenti e sicuramente ben poco efficienti. L’allarme per le condizioni dell’edilizia scolastica italiana arriva da Federcepicostruzioni che sottolinea come, ad un anno di distanza e dopo una pioggia di risorse arrivati dal PNRR (12,4 miliardi) e da altre fonti di finanziamento (914,4 milioni), la situazione resti invariata. 

L’edilizia scolastica italiana a rischio sismico e fatiscente 

Sono 40.293 le scuole italiane, ma la maggior parte (57,9%) è addirittura priva del certificato di agibilità. Problema identico vale per la prevenzione antincedio di cui almeno il 54,9% delle scuole sono prive. Il report di Federcepicostruzioni mostra uno stato dell’edilizia scolastica tra i più drammatici, soprattutto per quelle strutture prive di soluzioni antisimica, ma collocate in zone ad alto rischio. Purtroppo ben 16.794 di queste strutture risulta costruita prima del 1976 ovvero prima di qualsiasi norma sulla prevenzione edilizia.  

La pagella regionale di Federcepicostruzioni mette in coda la Sardegna, con il 22,81% di edifici non in regola, seguita da Calabria (18,75%) e Lazio (12,21%). 

Stiamo parlando di un’edilizia scolastica con un’età media di 53 anni, un lasso di tempo che potrebbe comunque garantire strutture sicure, ma che diventa inaccettabile nel momento in cui vengono meno gli interventi di manutenzione. Ed è proprio quanto accade alle scuole italiane, prive di un programma di manutenzione ordinaria e straordinaria solitamente a causa dell’inefficienza, o della scarsa considerazione, delle rispettive amministrazioni comunali.  

Le 216 nuove scuole innovative del Pnrr 

Le premesse (o promesse) del PNRR erano assolutamente positive in tema di edilizia scolastica. Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 13,4 mld, di cui 12,4 dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e 914,4 milioni da altri fondi. E gli interventi previsti sono 40.445.  

Scendendo di scala, la Regione con il numero maggiore di progetti approvati è la Lombardia (5.173 progetti per 1,6 miliardi); seguita da Campania (4.773, 1,6 miliardi); Sicilia (3.786, un miliardo); Lazio (3.493, 962,6 milioni); la Puglia (3.143, 992,8 milioni); l’Emilia-Romagna (2.784, un miliardo) e il Veneto (2.845, 998,9 milioni). 

Si aggiungono a questi progetti le 216 scuole innovative e sostenibili finanziate dal PNRR e cresciute di numero rispetto alle 195 inizialmente previste. Al mezzogiorno andrà il 42,4 % dei fondi complessivi, pari a circa 1 miliardo. Le nuove scuole dovranno essere spazi aperti e inclusivi, costruite in modo sostenibile a partire dai 10 principi contenuti nel documento “progettare, costruire e abitare la scuola” elaborato da un team di super esperti e archistar istituito dal MIUR. 

Risorse e progetti dunque ci sono, ma come sottolinea Federcepicostruzione il problema è sempre il medesimo leitmotiv all’italiana: il rispetto delle tempistiche.  

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Ritardi gravissimi: utilizzato solo il 22% delle risorse

“Siamo lontanissimi – commenta il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – finanche dal raggiungimento della metà degli obiettivi concordati: è evidente che, in una situazione del genere, il timore che le risorse possano essere revocate o convogliate su altre misure, è estremamente elevato. Con tutto quanto ne conseguirebbe per i nostri ragazzi e per le nostre scuole. Continuare a svolgere attività didattica in strutture così vecchie, fatiscenti, insicure, energivore, tecnologicamente arretrate è il peggiore messaggio che possiamo trasmettere ai nostri figli e alle giovani generazioni. Occorre uno scatto di orgoglio di tutta la classe politica affinché si attivino con estrema urgenza tutte le risorse disponibili, e non sono poco, per la realizzazione di nuove scuole o per la riattazione e messa in sicurezza di quelle esistenti”. 

L’approfondita analisi dell’andamento delle spese mostra un quadro sconcertante, nel quale la spesa effettiva delle risorse stanziate è ferma al 22,19%, a fronte di una previsione di spesa per il trimestre che si chiude con la fine di settembre che avrebbe dovuto superare il 55%

Nel frattempo il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha recentemente pubblicato l’elenco dei 399 interventi di edilizia scolastica indicati dalle regioni dopo lo stanziamento aggiuntivo di 936 milioni provenienti sempre dal PNRR ed immediatamente utilizzabili dai Comuni e dalle Province.

Sfruttando queste risorse sarà possibile mettere in sicurezza gli istituti, riqualificarli ed adeguarli alle norme antincendio e antisismiche ed eliminare le barriere architettoniche. I Comuni e le Province hanno la possibilità di avviare subito le procedure d’appalto per i lavori, insomma un’opportunità che non andrebbe persa

L’auspicio – prosegue Antonio Lombardi – è che si attivino gli interventi con la massima sollecitudine. Il rispetto delle scadenze concordate in sede europea, avrebbe consentito, in moltissimi casi, una ripresa delle lezioni in ambienti rinnovati, più sicuri e più innovativi, trasmettendo anche un importante messaggio di ottimismo e di fiducia nei giovani ed in tutti quanti operano nel sistema-scuola”

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