In occasione della manifestazione internazionale dedicata alla bioarchitettura Klimahouse, sono stati annunciati i vincitori del Wood Architecture Prize 2024, il riconoscimento che celebra la qualità costruttiva dell’edilizia in legno
L’evento Klimahouse 2024 si è svolto a Fiera Bolzano dal 31 gennaio al 3 febbraio
(Rinnovabili.it) – Sono stati annunciati i vincitori della seconda edizione del “Wood Architecture Prize”, l’ambito premio assegnato in occasione di Klimahouse 2024 ed istituito da Fiera Bolzano che celebra l’edilizia in legno. L’ambizione del riconoscimento è quella di promuovere la ricerca di un processo di progetto e costruzione capace di raggiungere gli obiettivi di efficienza e sostenibilità internazionali. L’ambito applicativo delle architetture in legno selezionate spazia dal pubblico al privato, dalle nuove edificazioni alle riqualificazioni, dalle sperimentazioni alla durabilità del progetto. Rivolgendosi all’intera filiera delle costruzioni e non solo ai progettisti dell’opera.
I tre vincitori del Wood Architecture Prize 2024
La scelta della giuria internazionale tra gli 80 candidati al premio per l’Edilizia in legno è stata tutt’altro che semplice. Tra i criteri premianti l’utilizzo virtuoso delle materie prime, il ricorso a tecniche di costruzione rispettose dell’ambiente, l’impiego di nuove tecnologie capaci di coniugare efficienza e comfort.
Per la categoria “Architettura privata” il premio è stato assegnato a:
- Casa del custode (BO) – Studio Camilla De Camilli.
Una struttura a padiglione semplice, modulare, basata sul sapiente accostamento di tre soli elementi: la struttura intelaiata lignea, i pannelli in vetro e il pavimento in graniglia veneziana. Un intervento rigoroso e poetico, dalle linee essenziali (si noti, ad esempio, lo spessore assottigliato della copertura), ben inserito nel contesto di un parco naturale. L’efficacia dell’opera si riscontra anche nella sua flessibilità d’uso: pensata come guardiania, è utilizzata come spazio di socializzazione riabilitativa per utenti affetti da disturbi dell’alimentazione.
Per la categoria “Architettura pubblica” due riconoscimenti ex equo a:
- Ampliamenti edifici terapeutici a Forte Rossarol (VE), Arbau studio.
Una sapiente riqualificazione di ex baraccamenti militari privi di alcun pregio. Gli ampliamenti, in continuità per estrusione dei corpi di fabbrica preesistenti, riplasmano nella totalità i singoli fabbricati conservandone le geometrie elementari e, con controllate quanto minime variazioni formali da uno all’altro, conferiscono unità all’insieme, grazie anche al sobrio e coerente disegno dello spazio pubblico.
- Roberto Rocca Innovation Building (MI), Studio Taidelli.
Un’opera di grandi dimensioni che utilizza la struttura lignea (sistema travi-pilastri) a vista, in combinazione con altri materiali (cemento armato per gli orizzontamenti; metallo e vetro per le chiusure). La semplicità e il rigore dell’impianto planimetrico, insieme alla luminosa ariosità degli interni, restituiscono ambienti di particolare qualità per la fruizione comune.
Le menzioni speciali
Oltre ai tre vincitori, la giuria, presieduta dall’ Arch. Manuel Benedikter dell’omonimo Studio e composto dall’ Arch. Sandy Attia dello Studio MoDus Architects, dal Prof. Guido Callegari del Politecnico di Torino, dall’Arch. Mauro Frate dello Studio MFA Architects e Professore Iuav, dal Professor Roberto Gargiani dell’EPFL Ecole Polytechnique di Losanna, dal Prof. Paolo Simeone del Politecnico di Torino e da Luca Gibello, Direttore de Il Giornale dell’Architettura, ha selezionato anche alcuni progetti di edilizia in legno degni di menzione speciale.
Si aggiudica la Menzione speciale per i progettisti under 35:
- The Hermitage – LLABB Architettura.
Un “cabanon” concepito come spazio minimo, risolto con cura nell’equilibrato ancorché non scontato disegno dei dettagli. Un’indicazione di metodo realizzativo, a prescindere dall’opinabile collocazione del manufatto in un contesto naturale pregevole in quanto privo di tracce antropiche.
La Menzione speciale delle Giuria è andata invece a tre progetti:
- A.I.D.I – Accoglienza in dispensa – Mixtura.
Per aver interpretato un’insolita quanto marginale commessa, conferendo una seppur basica dignità d’immagine a un servizio caritativo di prima necessità in un contesto urbano slabbrato e difficile.
- Casa zero – Outstudio Architetture.
Per la radicalità di un recupero edilizio che lavora all’interno di un antico involucro in pietrame, coibentando e rivestendo le pareti, lignei come i solai e la copertura. Si sottolinea la scabra originalità degli interni, lontani da atmosfere patinate.
- Rifugio Passo Santner (BZ). Arch. Lukas Tammerle e Arch. Paul Senoner.
Selezionato per la qualità e la coerenza con cui il progetto risponde ad un programma tuttavia non privo di criticità per il delicato contesto paesaggistico in cui si pone, come dimostrano le polemiche che, sul fronte ambientalista, hanno interessato l’intervento. L’architettura dissimula l’ingente cubatura, curando l’attacco a terra e optando per l’archetipica sezione a capanna. Gli spazi interni sono risolti con attenzione e restituiscono, grazie all’uso e al disegno dei dettagli, un’immagine di comfort domestico.