La denuncia arriva dal segretario generale della Fillea Cgil che denuncia la perdita di circa 328 posti di lavoro al agiorno dal 2009 ad oggi, registrando la più pesante crisi dal dopoguerra.
Per un totale di 500 mila disoccupati tra edilizia, produttori di materiali, arredo, industria del cemento e del legno, si è arrivati ad una situazione di collasso che, secondo quanto afferma Schiavella, non è destinata ad esaurirsi nel 2013. Ben un terzo dell’Italia delle costruzione è stata “spazzata via dallo tsunami” che si è abbattuto sul settore e la conferma arriva anche dai dati congiunturali che segnano un primato negativo dal dopoguerra ad oggi, con 19 trimestri consecutivi in nero. Tra il 2008 ed il 2010 il crollo complessivo del fatturato ha superato il 16%, perdendo il 30% de3lla produzione ed il 40% degli investimenti pubblici.
“Abbiamo 60.000 imprese fallite e 500.000 posti di lavoro persi, la metà nel solo settore dell’edilizia, dove registriamo una caduta verticale rispetto al 2008 di tutti i valori: – 240.000 gli addetti, – 400.000.000 le ore lavorare, – 2 miliardi la massa salariale” , prosegue il segretario generale di Fillea Cgil.
E se i due terzi degli italiani scelgono per il 2013 costruzioni in classe A puntando all’efficienza energetica, la ricetta per riemergere dalla crisi sembra spostarsi progressivamente verso un settore in grado di offrire sicurezza e risparmio anche in termini economici.