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Edilizia 2023, dopo due anni di crescita record ci aspetta un brusco calo

Secondo l'Osservatorio Congiunturale Ance nel 2023 tornerà il segno negativo dopo un boom di investimenti in edilizia cresciuti del +20% nel 2021 e del 12% nel 2022. Le cause sono da ricercare nella frenata alle riqualificazioni, nel caro materiali e nella mancanza di supporto tempestivo

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Ance, “Bonus e incentivi devono diventare un pezzo della politica industriale del Paese”

(Rinnovabili.it) – Gli investimenti nel settore delle costruzioni hanno segnato due anni di crescita record, con una crescita del 20% nel 2021 e del 12% nel 2022. Purtroppo però la situazione sta per cambiare. Il comparto dell’edilizia nel 2023 assisterà ad un calo degli investimenti del 5,7%. I numeri li snocciola Ance in occasione della presentazione Osservatorio Congiunturale sull’Industria delle Costruzioni 2022.

A pesare sarà soprattutto la diminuzione del numero di lavori di riqualificazione degli immobili, fino ad ora trainati dal Superbonus, ma che con la fine dell’incentivo alle unifamiliari, subirà una frenata del -24%.

Investimenti in edilizia, il motore del Pil degli ultimi due anni

Come si legge nell’Osservatorio Congiunturale, l’edilizi nel 2023 dovrà fare i conti con diverse problematiche già fortemente presenti. La crescita incontrollata dei prezzi dell’energia, il repentino rialzo dei tassi di interesse e il protrarsi della guerra in Ucraina. La mancanza di alcune materie prime e la crescita incontrollata del caro materiali ad essi legato, rischiano di bloccare interi comparti produttivi.

Per far fronte a questi problemi, secondo Ance, è essenziale tornare a far crescere gli investimenti in edilizia, a cui va il merito della crescita di circa 1/3 del Pil italiano negli ultimi due anni.

A trainare il settore sono i bonus edilizi che nel 2022 hanno aumentato il livello degli investimenti del 22%.

Rischio crisi economica per l’edilizia al 2023

Per evitare una recessione, come sottolinea anche la Presidente Ance Federica Brancaccio, occorre adottare al più presto politiche industriali ben mirate e che possano aiutare le imprese. Infatti se da un lato ci sarà un incisivo aumento delle opere pubbliche (+25%) grazie all’avvio dei cantieri del PNRR. Dall’altro sono ancora oltre il 70% le imprese in attesa di ricevere le risorse stanziate dal Decreto Aiuti per compensare il caro materiali. “Quelle che hanno ricevuto i fondi hanno potuto coprire solo il 15% dei maggiori costi sostenuti”, sottolinea la Brancaccio.

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E sempre l’edilizia ha permesso di creare 250 mila posti di lavoro negli ultimi tre anni, anche se ancora non si è arrivati a colmare la grande emorragia di lavoratori persi dopo la grande crisi del settore.

Sul fronte dei bonus invece l’Ance presto farà una proposta al Governo compatibile con le coperture necessarie per far sì che la riqualificazione energetica sia oggetto di un provvedimento strutturale che consenta a famiglie e imprese di pianificare i propri interventi e di programmare il lavoro.

“In conclusione un messaggio rivolto alla premier Giorgia Meloni affinché affronti sin da subito i dossier più urgenti a cominciare dal caro materiali e dal codice appalti”, conclude Brancaccio.

Scarica Osservatorio Congiunturale sull’Industria delle Costruzioni 2022.