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Edifici resistenti al collasso: dagli Usa i nuovi standard per evitare crolli inaspettati

Edifici resistenti al collasso
Simulazione al computer di un danno strutturale credits: NIST

Il prossimo passo sarà incorporare i nuovi standard nei regolamenti edilizi locali

(Rinnovabili.it) – Il ricordo indelebile delle Torri gemelle che si sbriciolano in una nuvola di polvere è certamente il più intenso, ma nel corso della storia sono molti gli edifici crollati a causa di eventi imprevisti che ne hanno causato il cedimento della struttura. Ecco perchè gli ingegneri USA della American Society of Civil Engineers (ASCE), dopo due decenni di lavoro, sono finalmente giunti a definire uno standard minimo per rendere gli edifici resistenti al collasso.

Pioggia, vento, neve o piccoli terremoti, fanno già parte degli eventi ai quali la struttura portante di un immobile deve saper resistere, tuttavia ci sono fenomeni anomali ed inaspettati che potrebbero mettere a repentaglio la stabilità dell’edificio, ma che fino ad oggi non erano tenuti in considerazione nei sistemi di progettazioni. E’ il caso delle esplosioni di gas, di incendi incontrollati o dell’impatto di veicoli, come nel caso del World Trade Center WTC. Situazioni impreviste quasi sempre con esiti tragici.

Nuovi standard di progettazione per edifici resistenti al collasso

E’ dagli anni ’90 che l’ASCE è al lavoro per migliorare i requisiti minimi di resistenza strutturale degli edifici. Solo dopo l’indagine condotta sul cedimento catastrofico del WTC, si è però arrivati ad un consenso unanime sulla necessità di definire un nuovo standard per prevenire il collasso imprevisto della struttura. Partendo dalla ricerca condotta dalla National Institute of Standards and Technology (NIST), l’ASCE ha ufficialmente messo nero su bianco i nuovi parametri da raggiungere.

Lo standard indica soluzioni ma non le prescrive“, ha affermato Donald O. Dusenberry, ingegnere consulente e presidente del comitato ASCE. “Offre metodi collaudati per analizzare e progettare strutture per crolli sproporzionati, ma consente convenienza e creatività“. Il nuovo standard infatti non prescrive specifiche tecniche da garantire per ciascun componente, ma fissa gli obiettivi che gli edifici resistenti al collasso dovranno garantire in caso di un evento imprevisto.

In questo modo ciascun progettista avrà la possibilità di calibrare la struttura in base alle prestazioni richieste ed al livello di pericolo che ci si aspetta, a seconda delle dimensioni dell’edificio, dell’occupazione e, cosa non meo importante, della sua utilità.

Coloro che progettano edifici governativi o qualsiasi altro edificio critico per le comunità, penso che dovrebbero essere i primi gruppi a guardare attentamente a questo standard”, ha sottolineato l’ingegnere strutturale di ricerca del NIST Fahim Sadek, membro dello stesso comitato di collasso sproporzionato dell’ASCE.

Un sistema di modellazione che valuta la vulnerabilità della struttura

Definire gli standard minimi non è stato semplice. Per decenni i ricercatori della NIST hanno simulato al computer cedimenti possibili causati dalla rimozione di una parte della struttura o dal collasso del telaio o ancora in caso di frazionamento di parti cruciali portanti. A causa della complessità dell’argomento affrontato, molte delle simulazioni sono state condotte nel mondo reale, costruendo e distruggendo frazioni o intere strutture edilizie per ottenere i dati di cui si aveva bisogno.

Al termine degli esperimenti i ricercatori sono arrivati a definire un modello computerizzato capace di valutare la suscettibilità della struttura ai crolli imprevisti e sproporzionati.

Per il momento non c’è nulla di obbligatorio, tuttavia un comitato tecnico dell’ASCE è al lavoro per definire quelle che saranno le linee guida per la progettazione di edifici resistenti al collasso. L’obiettivo sarà ovviamente quello di inserire in futuro, questo standard di progettazione, all’interno dei regolamenti edilizi, adattandolo a seconda delle esigenze locali.

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