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Dubbi sul nuovo Superbonus, CNI: “Non tiene conto del mancato efficientamento”

Nuovo Superbonus
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il nuovo DL 212/2023 sarà davvero in grado di eliminare danni e contenziosi?

(Rinnovabili.it) – Si susseguono le considerazioni di molti dei protagonisti del comparto delle costruzioni, nella speranza che prima della conversione in legge del Decreto che regola il nuovo Superbonus, ci sia spazio per qualche correzione ritenuta indispensabile.
Dopo le considerazioni dell’Associazione ANCE, arrivano anche le note del Consiglio Nazionale Ingegneri, fortemente preoccupato che l’assetto attuale del DL n.212/2023 non porti soluzioni adeguate per coloro che si trovano già a buon punto con i lavori. E, soprattutto, che non favorisca l’efficientamento del patrimonio immobiliare.

In una nota diffusa in seguito alla pubblicazione del DL Superbonus in gazzetta, il CNI ritiene che la concessione di “qualche mese in più per concludere i lavori” mantenendo la detrazione al 90% o al 110%, avrebbe evitato il possibile blocco di cantieri già a buon punto.

Dubbi anche sulla sanatoria

L’assetto del nuovo Superbonus preoccupa ancor più gli Ingegneri in tema di efficientamenteo energetico. Il comparto edilizio è stato uno dei settori trainanti degli ultimi tre anni, senza dubbio anche grazie al Superbonus, tuttavia non bisogna dimenticare che una delle finalità principale di questo incentivo è la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano, vetusto e inadeguato.

Ma la sanatoria inserita nell’articolo 1 del DL 212/2023 esclude il recupero delle detrazioni fiscali indirette, ovvero le opzioni alternative, anche in caso di mancato raggiungimento del salto di due classi energetiche. Il provvedimento “non può essere considerato completamente soddisfacente in quanto non tiene minimamente conto del mancato miglioramento energetico degli edifici e dei contenziosi che molto probabilmente ne seguiranno”, commenta il CNI.

Fondo indigenti con soglia troppo bassa

Le perplessità degli Ingegneri si estendono anche all’articolo 1 del DL Superbonus. Il contributo economico destinato ai condòmini con redditi bassi, per compensare la riduzione dell’aliquota dal 70% al 110%, “appare estremamente basso”. Inoltre “non viene specificato l’ammontare del contributo che sarà erogato, nei limiti delle risorse disponibili. In tal senso bisognerà attendere l’emanazione del previsto decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze”. In altre parole, per il momento si tratta di un fondo indigenti inesistente.

Ultima, ma non meno importate questione che ha “stupito” il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, è la limitazione alla cessione del credito per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici nei Comuni dei territori colpiti da eventi sismici, nonché alle spese sostenute per gli interventi di superamento ed eliminazione di barriere architettoniche.

Che fine ha fatto il risanamento energetico?

In conclusione, il Consiglio Nazionale Ingegneri si domanda “se effettivamente il nuovo Decreto sia sufficiente ed adeguato per risolvere le problematiche attualmente esistenti sul tema, che rischiano di creare seri danni e contenziosi. In tal senso si attendono e, soprattutto, auspicano approfondimenti ed eventuali variazioni/integrazioni in sede di conversione in Legge del Decreto. Allo stesso tempo, il CNI ribadisce la mancanza di un piano generale programmatico per il risanamento del patrimonio edilizio, strettamente necessario per affrontare concretamente il tema complesso del sistematico risanamento energetico previsto dalle nuove disposizioni europee, che dovrebbe impegnare il Paese intero per i prossimi decenni”.

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