Le soluzioni possono essere di supporto per la valutazione dello stato di salute delle infrastrutture
(Rinnovabili.it) – Il crollo della trave a Firenze ha riacceso l’attenzione su un tema estremamente importante: il controllo, la prevenzione e la sicurezza delle grandi opere edilizie ed infrastrutturali. Se l’attenzione deve essere massima nella fase di cantiere, anche una volta completato l’intervento non ci possiamo permettere di abbassare la guardia, trascurando le successive fasi di monitoraggio indispensabili per evitare tragedie sia dovute ad un errore umano che ad un evento naturale estremo. Con l’obiettivo di assicurare la massima sicurezza delle infrastrutture l’ENEA ha messo in campo alcune delle soluzioni più innovative capaci di prevenire ogni genere di rischio. Modelli 3D, droni, piattaforme digitali, sensoristica, ma anche rilievi fotogrammetrici, sono solo alcune delle soluzioni per la sicurezza infrastrutturale possibili.
Sviluppare un ‘indice di attenzione’ per una gerarchia della manutenzione
La ricerca è stata presentata in occasione del convegno “Ponti, viadotti, e gallerie esistenti: ricerca, innovazione e applicazioni” di Genova, organizzato dal Consorzio Fabre. Tra le altre novità presentate da ENEA anche un ‘indice di attenzione’ per individuare gli interventi di manutenzione. Il Consorzio Fabre, riunisce ENEA, Politecnici di Milano e Torino, Università di Perugia, Padova, Pisa, Camerino, Messina, della Campania “Luigi Vanvitelli” e “Sapienza” di Roma. E’ stato istituito con l’obiettivo di valutare lo stato di salute delle infrastrutture stradali del nostro Paese e sviluppare tecniche innovative per interventi di ripristino di ponti, viadotti e altre strutture.
Rilevazioni satellitari e GIS
In questo contesto, sono molte le attività di ricerca su cui è impegnata ENEA per assicurare la massima sicurezza delle infrastrutture.
La piattaforma GIS-based CIPCast, ad esempio, permette il monitoraggio e l’analisi del rischio delle infrastrutture critiche. Lavorando sia in modalità operativa che simulativa, la piattaforma è in grado di “produrre scenari di danno atteso” sulla base della collocazione geografica degli elementi analizzati, delle loro vulnerabilità specifiche e in relazione al tipo di evento estremo previsto. Grazie al supporto di un’ampia banca dati territoriale inoltre, CIPCast combina i risultati dei modelli previsionali, dati provenienti da sensori e informazioni elaborate da immagini satellitari. Tutte queste informazioni, permettono di produrre lo scenario di rischio al quale sarà sottoposta l’infrastruttura e l’eventuale impatto che questo evento avrà sulla struttura.
“I dati satellitari possono essere utilizzati per analizzare e monitorare fenomeni di subsidenza o, più in generale, i movimenti lenti del terreno in prossimità di infrastrutture come ponti, viadotti ma anche edifici” ha evidenziato Maurizio Pollino, responsabile del Laboratorio ENEA di Analisi e protezione delle infrastrutture critiche. “Per quanto riguarda il monitoraggio in-situ, inoltre, è possibile installare un’adeguata rete di sensori per verificare in maniera continuativa lo stato di salute dell’opera e dei suoi componenti, fornire indicazioni, consentire lo sviluppo di applicazioni finalizzate all’allarme precoce e suggerire eventuali interventi di manutenzione”.
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Il ruolo dei droni nella prevenzione
Al ruolo del GIS e dei sensori si aggiungono poi le possibilità offerte dai droni. Questi dispositivi sono impiegati da ENEA per realizzare rilievi fotogrammetrici degli elementi infrastrutturali, riproducendo un modello 3D ad altissima risoluzione della costruzione indagata. In questo modo sarà molto più semplice e veloce la valutazione dello stato di salute e la sicurezza delle infrastrutture. Una volta compreso il problema infine, si potrà intervenire con una manutenzione mirata dell’infrastruttura, passando tutti i dati raccolti dal drone e dal rilievo, direttamente ai sistemi BIM degli ingegneri incaricati di attuare l’intervento.