Ad oggi sono state presentate 155.543 asseverazioni per il Superbonus 110%
(Rinnovabili.it) – E’ un nervo scoperto per il Governo quello del Superbonus, che non smette di far discutere nemmeno alla plenaria del Parlamento Europeo.
Le dichiarazioni di Draghi hanno sciolto ogni dubbio, “non siamo d’accordo sul bonus del 110%, il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per le ristrutturazioni sono triplicati, perchè toglie la trattativa dei prezzi”.
Intanto Enea pubblica il consueto report mensile sul Superbonus, confermando un totale di 27,4 miliardi di euro ammessi alle detrazioni, ma con un carico dello Stato che supera i 30 miliardi.
Il dibattito è accesso e spezza il Governo, mettendo in allerta i Cinquestelle. “Ci lascia abbastanza perplessi l’irricevibile perentorietà con cui il premier Draghi si è scagliato contro il Superbonus al 110%”. Che ricordano poi come il bonus nel 2021 abbia contribuito ad un incremento del Pil del +6,6%.
Unifamilari in vetta per numero di asseverazioni
Secondo il report Enea di fine aprile, sono le unifamiliari ad aver attratto il maggior numero di asseverazioni con 81.973 lavori presentati e ammessi a detrazione. Ma è proprio su questi interventi su cui grava la scure del famoso SAL. Con il Decreto Aiuti il Governo ha spostato di tre mesi la scadenza dei termini per il completamento del 30% dei lavori, ma la proroga arriva ormai a ridosso della scadenza inglobando i mesi estivi nei quali solitamente i lavori edili rallentano.
E come se non bastasse a gettare benzina sul fuoco ci pensano le opzioni alternative di cessione del credito e sconto in fattura. Plafond della banche ormai esauriti e imprese e cittadini che non sanno come pagare i lavori.
E’ pur vero che gli aumenti denunciati dal Premier esistono, ma sono di fatto legati alla mutevole situazione normativa che subisce una modifica ogni mese.
“Questo modo di procedere, oltre a non distinguersi per trasparenza, ha prodotto due conseguenze molto negative: la prima è stata quella di mettere in estrema difficoltà (in alcuni casi addirittura in crisi) imprese, professionisti e proprietari che avevano i cantieri aperti. La seconda è stata quella di bloccare l’utilizzo anche di tutti gli altri incentivi per interventi sugli immobili, per i quali il meccanismo di cessione del credito e sconto in fattura consentiva un’applicazione anche da parte di cittadini a reddito medio-basso”. Commenta Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia.
Resta il problema della imprese non qualificate
Al coro si aggiunge Gabriele Buia, Presidente Ance, seriamente preoccupato delle continue incertezze, ma che da tempo chiede una maggiore coerenza sulle gestione delle qualifiche delle imprese. Indispensabile per garantire “massimi standard di sicurezza e professionalità nei cantieri”. “Bisogna evitare di far pagare a cittadini e imprese oneste, la cui unica colpa è di essersi fidate di una legge dello Stato, il costo di eventuali sprechi e irregolarità”, conclude Buia.
Poco tempo fa la Commissione Europea aveva pubblicato un report sulle potenzialità del Superbonus e sugli effetti positivi che questo incentivo potrebbe portare con sé. Andrebbe però migliorato sotto alcuni aspetti identificati nello stesso documento, tra i quali le conferme all’orizzonte temporale, le lungaggini burocratiche e verifiche di fattibilità preliminari.