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Dismaland di Banksy si trasferisce in Francia per accogliere rifugiati

Dismaland di Banksy si trasferisce in Francia per accogliere rifugiati

(Rinnovabili.it) – Dismalandil parco giochi del disagio messo a punto dal misterioso street artist Banksy, ha chiuso i battenti l’altro ieri. Eppure per l’originale istallazione artistica non si tratterà di una vera e propria fine: le strutture verranno smontate per essere riassemblate nel campo profughi “Jungle” di Calais.

Il parco volutamente triste ed angosciante vicino Bristol, ideato dal più famoso degli artisti di strada, ha ospitato 150.000 persone in 5 settimane e adesso è pronto a trasformarsi in edifici utili e sostenibili. Legna ed infissi verranno riutilizzati per dare una struttura di accoglienza ai rifugiati libici, eritrei e siriani che affollano le coste francesi per tentare di raggiungere il Regno Unito.

Il campo profughi dalle condizioni pessime di cui nessuno parla con piacere, sarà dotato di rifugi accoglienti costruiti con i resti del “parco giochi” che ha fatto riflettere sulle contraddizioni, l’ipocrisia ed i disastri umani ed ambientali causati dalla società moderna.

Dismaland; il parco derelitto di Banksy

Dall’aspetto di un parco giochi diroccato, Dismaland per più di un mese ha offerto un’esperienza tutt’altro che divertente. I visitatori fin dall’acquisto del biglietto sono stati messi in difficoltà dalle trovate dello street artist senza volto, che grazie alle file interminabili, al sito mal funzionante, alla posizione difficile da raggiungere con i mezzi pubblici, allo staff scorbutico ed inefficiente e all’atmosfera tetra è riuscito ad ottenere perfettamente l’atmosfera Dismal – derelitta – che il nome preannunciava.

Il parco decadente e squallido di Banksy, nato al posto della piscina in disuso di Weston Super Mare, vuole far riflettere sui problemi e le ipocrisie della società moderna. Servendosi degli strumenti di un parco giochi l’artista nemico del capitalismo ha trattato i più angoscianti temi di attualità: nel parco tematico ci si poteva fotografare con un cartonato per far finta di essere militanti dell’ISIS, fare un giro sulla giostra dei cavalli gestita dal macellaio o telecomandare un barcone di rifugiati in un laghetto putrido.

La mostra di 58 street artists all’interno del parco ha messo sotto gli occhi dei visitatori opere “dismal” come il feto tatuato con i marchi delle multinazionali, il fungo dell’esplosione di Hiroshima e il plastico di una ridente cittadina inglese accerchiata dalle forze dell’ordine.

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