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Direttiva prestazioni edifici, Fire: “Bisogna rendere la riqualificazione energetica attraente”

Per la Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia raggiungere gli obiettivi imposti dalla Direttiva sulle prestazioni degli edifici è possibile solo rimodulando il sistema di incentivi e detrazioni.

Direttiva prestazioni edifici
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“Spingere sull’efficienza energetica significa rafforzare l’economia, aumentare la sicurezza, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili”

(Rinnovabili.it) – “Se si è contrari all’efficienza energetica e alle sue modalità, si nega l’importanza del processo di decarbonizzazione”. Con queste parole la FIRE, Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia, espone senza mezzi termini il suo punto di vista sulla recente revisione della Direttiva sulle Prestazioni degli edifici.

Il tema è al centro delle polemiche negli ultimi giorni, tra coloro che accolgono la direttiva con favore e coloro che la accusano di essere una “patrimoniale europea”. Il problema sarebbero gli obiettivi di efficientamento da raggiungere entro una decina di anni e che la Direttiva UE sulle Case Green fissa al 1° gennaio 2030, quando tutti gli edifici esistenti dovranno raggiungere almeno la classe E, ed al 1° gennaio 2033 quando si dovrà garantire la classe D.

Dell’efficienza energetica si è sempre parlato poco, e oggi, con la discussione sulla nuova direttiva se ne parla male e a sproposito”, commenta Livio de Santoli, Presidente del Coordinamento FREE a margine del convegno tenutosi con FIRE e GBC Italia. “Detto che è necessario “aggredire” il settore edilizio sul fronte della decarbonizzazione, visto che è responsabile d’oltre il 30% delle emissioni climalteranti, per quanto riguarda l’Italia sarà necessario che 20 milioni d’alloggi arrivino alla classe E. Si tratta di un risparmio energetico del 20%, con un costo complessivo di circa 30 miliardi l’anno per sette anni. Uno sproposito? No, la cifra è allineata con quella degli altri paesi europei. E sarà un ulteriore volano per le imprese”.

Come ribadisce FIRE, le novità vanno viste sotto la lente del risparmio. Investendo nei prossimi sette anni 30-40 mld l’anno in efficienza energetica, si produrrebbe un risparmio energetico di 10-12 mld l’anno con vantaggi in termini fiscali e di sviluppo industriale.

Immaginare incentivi fiscali ad hoc e strutturali

Ma per assicurare una decarbonizzazioen totale in linea con la Direttiva sulle prestazioni degli edifici, non si può prescindere da un sistema di incentivazione ben strutturato.

Bisogna rendere “l’efficienza energetica più attraente per l’intera filiera”, prosegue FIRE. “Si può costruire una linea di sviluppo industriale nazionale, inserita in una strategia energetica pluriennale, con strumenti strutturali migliorati sulla base delle esperienze di questi anni. Il processo non può essere bloccato, ma invece rilanciato. L’attuale struttura del superbonus dovrebbe essere rivista proprio in funzione degli obiettivi posti dalla nuova Direttiva sull’efficienza energetica”.

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Un supporto incentivante dunque agli interventi di riqualificazioni con un programma a medio-lungo termine. “Riteniamo possibile modificare il pacchetto di detrazioni, accompagnandolo con un fondo per mutui a tasso agevolato e con incentivi alle imprese della filiera mirati a facilitare l’industrializzazione della stessa. Per garantire la disponibilità all’investimento delle famiglie è inoltre importante confermare cessione del credito e sconti in fattura”.

Un suggerimento di valore espresso da FIRE è poi la possibilità di immaginare un sistema di esenzioni per edifici specifici, indipendentemente che questi ultimi rientrino sotto la descrizione di edificio storico. Così come la flessibilità degli obiettivi, per agire di pari passo con i cambiamenti del mercato senza generare una forte discordanza tra domanda ed offerta.