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Quanto costerà all’Italia adeguarsi alla Direttiva EPBD?

Direttiva EPBD

© virtosmedia, 123RF Free Images

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La Direttiva case green prevede una riduzione del 16% del consumo energetico medio entro il 2030

(Rinnovabili.it) – La Direttiva EPBD, Energy Performance of Buildings Directive, conosciuta anche come Direttiva Case Green, si avvicina alla sua approvazione definitiva. Tra l’11 ed il 14 marzo approderà al Parlamento europeo per la votazione finale e, dopo un passaggio in Consiglio, entrerà ufficialmente in vigore con la sua pubblicazione in Gazzetta. Ma quanto costerà all’Italia adeguarsi alle richieste della Direttiva EPBD?

Le nuove richieste della Direttiva EPBD 

Come abbiamo ormai imparato a nostre spese, il patrimonio immobiliare italiano è tra i più “vecchi” a livello europeo. Se una parte di questi edifici può essere considerata di interesse storico con un valore culturale da salvaguardare e proteggere, un’altra fetta rientra semplicemente nella percentuale di edifici vetusti, obsoleti e con carenze importanti dal punto di vista energetico e statico.

L’obiettivo della Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli edifici è proprio quello di traghettare il patrimonio UE verso una decarbonizzazione totale entro il 2050. Per farlo sono stati introdotti degli step intermedi che ciascuno Stato Membro dovrà raggiungere, lasciando da parte i traguardi per Classi energetiche che tanto avevano spaventato l’Italia, a fronte di una percentuale di riduzione media a livello nazionale. L’articolo 9 della Direttiva Case Green prevede:

Per raggiungere questi obiettivi, gli Stati Membri dovranno garantire che il 55% della riduzione del consumo di energia primaria dovrà provenire dalla riqualificazione degli immobili più energivori. Scendendo di scala, l’Italia ha circa 12 milioni di edifici residenziali, il 70% dei quali si stima appartengano alle classi energetiche meno performanti E,F,G. 

E secondo quanto ci verrà richiesto dalla Direttiva EPBD, l’Italia dovrà intervenire su circa 5 milioni di edifici.

Quanto costerà all’Italia adeguarsi alla direttiva case green?

Ma veniamo alla domanda cruciale: quanto ci costerà? Una stima più che veritiera è stata elaborata da Scenari Immobiliari, istituto indipendente di studi e ricerche.  Si parte prima di tutto dagli interventi che andranno eseguiti che vedono in testa la coibentazione dell’involucro (tetto e pareti), seguito dalla sostituzione degli infissi, dall’installazione di impianti per la climatizzazione più efficienti e dalla messa in sicurezza antisismica.

L’obiettivo preposto della ricerca di Scenari Immobiliari è quindi il salto una o tre classi energetiche armonizzate in modo da rispondere alle richieste della Direttiva EPBD per arrivare ad avere un numero di immobili omogeneo per ciascuna categoria.  Applicando poi costi unitari di riqualificazione in base alla tipologia edilizia, alle caratteristiche fisiche  ed al salto energetico richiesto, le stime elaborate da Scenari Immobiliari hanno calcolato un costo complessivo tra i 1.100 miliardi di euro (sulla base del concetto di armonizzazione) e 1.750 miliardi (patrimonio complessivo nell’attuale classificazione).

La fetta di residenziale richiederà un investimento tra i 550 ed i 1.000 miliardi, da realizzare in 10 anni. “È molto ma non è un obiettivo impossibile se consideriamo i numeri di Ance per gli investimenti in manutenzione straordinaria (190 miliardi nel 2023)”, sottolinea però Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, in un’intervista sul Sole24Ore. Il costo sulle famiglie a seconda della tipologia edilizia che si possiede, si aggirerà perciò tra i 20.000 ed i 55.000 euro a nucleo, raggiungendo come detto il salto di classe, ma non la neutralità climatica. 

Gli immobili efficientati valgono di più

Fermo restando che sarà molto probabilmente necessario un intervento statale se non europeo, per mettere tutti i proprietari di immobili nella condizione di poter effettuare degli interventi di efficientamento sul proprio immobile, il valore degli immobili con le prestazioni migliori è già visibile nel mercato. Secondo alcune stime di Immobiliare.it, negli ultimi due anni, gli immobili con classe energetica più alta hanno assistito in media ad un aumento dei prezzi del 13%, la seconda fascia del 10% e le ultime due categorie hanno visto valori fermi

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