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Direttiva EPBD: c’è anche ENEA tra i 9 soggetti UE che definiranno le nuove Linee Guida 

Le nuove linee Guida aiuteranno i 27 Stati Membri ad attuare la Direttiva EPBD “Case Green” trasformando il patrimonio immobiliare europeo in edifici a emissioni zero

direttiva EPBD
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ENEA sarà task leader nelle strategie per la revisione degli APE e dei ZEB, zero emission buildings 

(Rinnovabili.it) – E’ ai blocchi di partenza il progetto europeo EPBD.wise, il programma che consentirà di elaborare nuove linee guida operative per l’implementazione della Direttiva Europea sulle prestazioni energetiche degli edifici, Direttiva EPBD. Ad occuparsi di tracciare la rotta verso gli edifici a emissioni zero ed i nuovi attestati di prestazione energetica APE, saranno 9 soggetti provenienti da sette Paesi UE, tra i quali anche ENEA come partner italiano. 

Andiamo ad operare in linea con il pacchetto ‘Pronti per il 55%’ e la proposta di revisione della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD): questo progetto mira a facilitare il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi europei in materia di energia e clima, che richiedono ancora un deciso rafforzamento delle politiche nel settore dell’edilizia”, spiega Fabio Zanghirella del Dipartimento ENEA di Efficienza energetica. 

Direttiva EPBD o Case Green: i prossimi passi 

Il prossimo 6 ottobre si svolgerà l’ultimo dei tre incontri del Trilogo (Commissione UE, Consiglio e Parlamento UE) che porterà alla definizione del testo finale della nuova Direttiva EPBD o Case Green. La nuova regolamentazione permetterà di centrare gli obiettivi dell’Unione su energia e clima, anche attraverso una riqualificazione del patrimonio immobiliare europeo. Lo standard da raggiungere saranno gli edifici ad emissioni zero (Zero emission Buildings ZEB), evoluzione dei precedenti NZEB (Nearly Zero Energy Building), strutture che richiedono un quantitativo molto basso di energia coperto interamente da fonti rinnovabili.

Gli stati Membri dovranno poi definire Piani nazionali di ristrutturazione degli edifici (National Building Renovation Plans – NBRP) strumenti indispensabili per pianificare la riduzione delle emissioni del comparto, e nuove Norme Minime di prestazione energetica (Minimum Energy Performance Standards – MEPS). Il tutto andrà ad aggiungersi ai passaporti di ristrutturazione degli edifici (Building Renovation Passports – BRP), ovvero documenti contenenti tutte le informazioni relative al processo di riqualificazione di un edificio e agli APE, entrambi già previsti dalla normativa europea attuale, ma rafforzati nella proposta di revisione. 

L’obiettivo finale: definire modelli replicabili 

Un contesto complesso ed estremamente articolato che richiederà competenze specifiche per raggiungere gli obiettivi nei tempi prestabiliti. Diventa quindi indispensabile il supporto dei 9 soggetti interpellati per affiancare le istituzioni nazionali tracciando una rotta da seguire.  “Ci proponiamo di sostenere le istituzioni degli Stati membri, in particolare di quelle di sei Paesi focus, mentre come ENEA ci occuperemo di APE e ZEB, di cui siamo task leader”, continua il ricercatore. “Partendo dall’analisi delle buone pratiche nazionali già esistenti nel contesto UE, proveremo ad adattare questi strumenti alle esigenze specifiche dei ‘Paesi focus’, prevedendo la possibilità di misurarne l’efficacia attraverso azioni di monitoraggio, rendicontazione e valutazione”, conclude Zanghirella

L’obiettivo finale sarà quello di realizzare modelli replicabili che permettano l’attuazione della legislazione europea in tutti i Paesi UE in sinergia con i responsabili politici, la Concerted Action-EPBD, la rete delle agenzie nazionali per l’energia (European Energy Network – EnR) ed i partner nazionali della Campagna Renovate Europe. I nuovi strumenti saranno replicabili ed adattabili a tutti i 27 Stati Membri e facilitati da un road show con la partecipazione di esperti e stakeholder.