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Direttiva Case Green, anche la Commissione ITRE del Parlamento dice Si

Direttiva Case Green
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Il prossimo passaggio sarà l’approvazione definitiva della Plenaria del parlamento a fine febbraio

(Rinnovabili.it) – Con 38 voti a favore, 20 contro e 6 astenuti, il testo rivisto della Direttiva Case Green, passa anche il vaglio della Commissione Industria, Ricerca ed Energia ITRE del Parlamento Europeo.

Il percorso di revisione della Direttiva EPBD, Energy Performance of Building Directive, è iniziato ben due anni fa nel dicembre del 2021, per approdare nella sua versione finale nel Trilogo dello scorso 7 dicembre 2023. Dopo la votazione positiva registrata presso la Commissione del parlamento Europeo, l’accordo sarà sottoposto all’approvazione definitiva della Plenaria del Parlamento presumibilmente entro la fine di febbraio.

La rivoluzione del testo della direttiva “Case Green”

Dopo il passaggio nel Trilogo, il testo della Direttiva EPBD è stato notevolmente “ammorbidito”, soprattutto nei contenuti tanto discussi dell’articolo 9. Dove prima la norma prevedeva indicazioni stringenti per i Paesi Membri, con target di efficientamento ferrei per i singoli edifici (classe E entro il 2030 e classe D entro il 2033), oggi è invece la flessibilità a prevalere. Sarà infatti compito degli Stati Membri definire il percorso nazionale che porterà alla decarbonizzazione totale entro il 2050. Inoltre, il termine di riferimento non sarà più il singolo edificio, ma la media dei consumi dell’intero patrimonio immobiliare al netto delle esenzioni previste.

Tra gli obiettivi prefissati dal testo di revisione della Direttiva Case Green ci sarà l’obbligo di riduzione dei consumi del parco edifici del 16% entro il 2030 e del 20% entro il 2035. La riqualificazione dovrà poi interessare almeno il 43% degli edifici meno performanti, assicurando una reale ristrutturazione del patrimonio esistente.

Un altro importante tema di discussione del testo della Direttiva EPBD riguarda l’addio delle caldaie a gas metano nella abitazioni. Il divieto di utilizzo scatterà a partire dal 2040, ma già dal 2025 non potranno più essere incentivati impianti di questo genere. Anche in questo caso tuttavia, si è trovato un compromesso, lasciando la possibilità di proseguire nell’incentivazione fiscale di sistemi ibridi, ad esempio in combinazione di caldaia e pompa di calore.

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