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Detrazioni fiscali edilizia: per Abi potrebbe essere utile un Testo Unico degli incentivi

Detrazioni fiscali edilizia
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Al momento sarebbero oltre 25.000 le imprese a rischio fallimento a causa dei crediti incagliati

(Rinnovabili.it) – Si è svolta ieri l’audizione di Abi presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato dedicata ad uno dei temi più scottanti degli ultimi tempi: i crediti d’imposta e le detrazioni fiscali in edilizi e non solo.

Il titolo dell’informativa non lascia spazio ai dubbi: “Indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti di imposta” attraverso la quale l’Associazione prova a fornire un quadro complessivo della situazione dal punto di vista delle banche e degli istituti finanziari.

I problemi da risolvere

Durante l’Audizione la panoramica di Abi sul sistema delle detrazioni fiscali in edilizia e dei crediti d’imposta tocca alcuni punti cruciali che, a parere dell’associazione, dovrebbero essere rivisti o comunque affrontanti in qualche modo:

I crediti incagliati e l’elevato rischio di sequestro

I bonus edilizi ed in particolare il meccanismo di cessione del credito hanno infatti chiamato le banche ad un intervento in prima persona sul sistema di agevolazione fiscale, ma la crescente richiesta di questa soluzione ha portato all’esaurirsi dei plafond della banche, con conseguente crisi di liquidità delle aziende, cantieri fermi e cassetti fiscali pieni di crediti incagliati rimasti senza acquirente. Come potenziale soluzione al primo problema, Abi ribadisce la proposta normativa messa a punto insieme all’ANCE, e che permetterebbe a banche e Poste S.p.A di utilizzare i crediti in compensazione senza impatti sul gettito fiscale.

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Alle banche è oggi attribuito il ruolo di rendere più agevole – ma anche più controllata – la fruizione di alcuni incentivi da parte dei beneficiari, così mettendo subito a disposizione di questi ultimi le risorse pubbliche previste dalla normativa vigente”, sottolinea il direttore generale Abi, Giovanni Sabatini.

Proprio il tema dei controlli è il secondo nodo da sciogliere secondo Abi. “I due rischi maggiori sono rappresentati dalle disposizioni in materia di concorso nella violazione del cessionario e dall’eventuale sequestro dei crediti di imposta disposto dall’Autorità giudiziaria nei confronti del cessionario che li ha acquistati in buona fede”. Dunque crediti fermi anche a causa dell’elevato rischio di sequestro preventivo del credito, anche se in buona fede senza garanzia da parte dello Stato, come per altro ribadito dalle recenti sentenze della Corte di Cassazione.

Crediti da superbonus: pagabili o non pagabili? Il tema Eurostat

Il Direttore Generale Abi passa poi a parlare del recente aggiornamento da parte di Eurostat del “Manual on Government Deficit and Debt – Implementation of ESA 2010”, ossia le disposizioni implementative dei principi di contabilità pubblica a livello europeo, “che disciplinano, tra l’altro, i criteri in base ai quali classificare un credito d’imposta come pagabile (“payable”) o non pagabile (“non-payable”), con i conseguenti impatti sui principali aggregati di finanza pubblica”.

Senza entrare nei dettagli, la conclusione finale di Eurostat va a considerare i crediti edilizi generati dai bonus come “pagabili” ovvero con un peso sulla spesa pubblica. Una decisione in contraddizione rispetto a quanto affermato da ISTAT e da quanto affermato nella versione predente del Manuale Eurostat.

A parere dell’Associazione, la decisione in merito all’eventuale cambio di classificazione dovrebbe essere assunta avendo a disposizione evidenze numeriche quanto più possibile complete e temporalmente estese delle “perdite” relative ai crediti d’imposta subite dai soggetti titolari, in particolare le imprese operanti nel settore delle costruzioni. Diversamente, la decisione potrebbe basarsi su dati che non riflettono ancora la situazione attuale, con il rischio che, in un prossimo futuro, l’osservazione empirica potrebbe smentire le impostazioni contabili assunte”.

Un unico Testo di riferimento per le detrazioni fiscali

L’occasione fornita dalla odierna indagine conoscitiva consente di sviluppare alcune riflessioni su come migliorare il complesso sistema delle detrazioni fiscali e, più nello specifico, dei crediti di imposta”. “Tutta la normativa in materia di agevolazioni e incentivi fiscali dovrebbe essere raccolta in un unico testo di riferimento che indichi, prima di tutto, i principi generali della materia: in questo modo, oltre ad essere soddisfatta l’esigenza di semplificazione delle fonti normative, il ricorso alla legislazione d’urgenza verrebbe assai limitato, in un’ottica di programmazione di lungo periodo. Per evitare le esperienze del recente passato il testo unico dovrebbe prima di tutto riaffermare l’inviolabilità del principio di affidamento di cittadini e imprese che non dovrebbero mai trovarsi a pianificare i loro investimenti in un quadro normativo e ad attuarlo in uno diverso”.

Le riflessioni di Abi vanno dunque nella direzione di una strutturalizzazione degli incentivi e delle norme, una stabilità indispensabile per assicurare certezze e continuità “che possano permettere di agevolare l’efficientamento per un’ampia parte del patrimonio edilizio italiano”.

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