La Commissione lavora alla revisione della direttiva EPBD sulla performance energetica degli edifici del 2018. Il nuovo testo fissa standard minimi di performance da raggiungere entro il 2035 per gli immobili esistenti, mentre le nuove costruzioni dovranno essere a emissioni zero già nel 2030
La direttiva sulla decarbonizzazione degli edifici sarà presentata il 14 dicembre
(Rinnovabili.it) – Nuovi standard minimi di performance per gli edifici che subiscono una ristrutturazione profonda. Ma entro il 2035 li dovrà rispettare l’intero stock immobiliare europeo. Per quelli di nuova costruzione, invece, l’obiettivo è zero emissioni entro il 2030. Sono le disposizioni contenute nella nuova direttiva sulla performance energetica degli edifici (Energy performance building directive, EPBD) su cui sta lavorando la Commissione europea. Il documento sull’efficienza energetica e la decarbonizzazione degli edifici sarà presentato il 14 dicembre.
Le nuove misure sostituiscono la versione precedente della direttiva EPBD che risale al 2018. Ogni paese dovrà stendere una strategia nazionale di lungo periodo per la decarbonizzazione degli edifici. Si tratta di un “piano d’azione per la ristrutturazione degli edifici” che deve riguardare l’intero “parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati”, si legge nella bozza ottenuta in anteprima dal portale Euractiv.
I piani nazionali per l’efficienza energetica
Il primo piano dovrà essere pronto entro il 1° gennaio 2025 e poi aggiornato ogni 5 anni. Dovrà contenere obiettivi intermedi al 2030 e 2040 che traccino un percorso credibile verso l’obiettivo finale di emissioni zero di tutto il parco immobiliare dei Ventisette entro il 2050. Queste tappe intermedie dovranno indicare la quota di edifici efficientati da raggiungere, il consumo energetico totale dello stock immobiliare e la sua quota di emissioni di gas serra previste.
Ma ogni paese dovrà anche andare nel dettaglio dei fattori che stanno frenando la decarbonizzazione degli edifici e mettere nero su bianco quali politiche concrete si impegnano a mettere in campo sull’efficienza energetica. Le politiche devono includere “la creazione di sportelli unici [one-stop-shops] o meccanismi simili per la fornitura di consulenza e assistenza tecnica, amministrativa e finanziaria” e per alleviare la povertà energetica. Nessun paese potrà più dare incentivi a caldaie alimentate con fonti fossili.
Standard minimi per decarbonizzare gli edifici
La nuova direttiva EPDB per la decarbonizzazione degli edifici mette alcuni paletti importanti che saranno la bussola dei piani d’azione nazionali. La novità maggiore è l’introduzione di standard minimi di efficienza energetica che riguardano l’intero stock immobiliare e che dovranno essere rispettati non più tardi del 2035, anche se la data potrebbe ancora variare nella versione consolidata della direttiva. Da gennaio 2027, tutti gli edifici occupati o di proprietà di autorità pubbliche dovranno essere a zero emissioni.
Gli edifici esistenti dovranno rispettare questi standard “per quanto è tecnicamente, funzionalmente ed economicamente fattibile” al termine di ristrutturazioni di importo superiore al 25% del valore totale dell’immobile. In più, la direttiva fissa dei paletti sulla compravendita: ogni edificio venduto dovrà essere almeno di classe energetica E dal 2027 e almeno di classe C dal 2033.
Per quanto riguarda gli immobili di nuova costruzione, la tagliola delle zero emissioni scatta a partire da gennaio 2030. Per zero emissioni, la direttiva intende un edificio che ha una performance energetica molto elevata e riesce a produrre on-site da fonti rinnovabili l’energia residua di cui ha bisogno. (lm)