Il voto del Senato sul Ddl Superbonus è in calendario per il 20 febbraio
(Rinnovabili.it) – Il Disegno di Legge di conversione del Dl n.212/2023 termina il suo iter in Aula con l’approvazione da parte della Camera dei Deputati, senza modifiche al testo originalmente proposto. Il Ddl Superbonus passa ora al Senato che ne ha calendarizzato il voto per il prossimo 20 febbraio. Nonostante i molteplici emendamenti, presentati in un primo momento da maggioranza e opposizione, il Decreto dedicato alle misure di incentivazione per l’edilizia, conferma definitivamente la fine del Superbonus 90% e 110%. L’unico spiraglio di modifica compare in un ordine del giorno a firma Guerino Testa, anche relatore del Ddl Superbonus, aprendo un dialogo sulle modifiche apportate al bonus barriere architettoniche 75%.
Sanatoria del Superbonus solo per chi cede il credito
Tra i punti più discussi contenuti nei soli 4 articoli del DL Superbonus, trova spazio quella che è stata ribattezzata come “sanatoria del superbonus” o salva spese. Gli interventi di Superbonus, per i quali si sia optato per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, che non porteranno a termine i lavori o che non soddisferanno il requisito del salto di due classi energetiche, non saranno oggetto di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate. Attenzione, la sanatoria è valida unicamente per le opzioni alternative, coloro che che hanno optato per la detrazione diretta, se non riusciranno a terminare i lavori, potrebbero vedersi chiedere indietro l’agevolazione. Insomma un decisione impari che mette a rischio molti cantieri ma che non ha trovato soluzione nell’iter di discussione in Aula. Il perchè lo ha ribadito al sottosegretaria al Ministero dell’Economia, Lucia Albano, che ha sottolineato come la scelta si stata fatta per “tutelare gli incapienti”, dando per scontato che, coloro che hanno optato per la detrazione diretta, abbiano invece un’ampia capacità fiscale a disposizione.
Apertura sul Bonus Barriere architettoniche
Mentre getta scontento, perchè giudicato irrisorio (solo 16 milioni di euro), la conferma del fondo indigenti per i contribuenti con un quoziente familiare inferiore ai 15.000 euro che abbiano già completato il 60% dei lavori, si apre uno spiraglio per il Bonus Barriere Architettoniche. La detrazione era ricaduta nella scure dei tagli apportati dal Ddl Superbonus, che ha notevolmente ristretto il campo di applicazione di tale agevolazione fiscale, eliminando ad esempio la possibilità di utilizzarla per la sostituzione degli infissi. In un ordine del giorno presentato a prima firma da Guerino testa (FdI), anche relatore del provvedimento, il Governo approva e si impegna alla ricerca di una soluzione per le famiglie in cui sia realmente presente una persona con disabilità grave.
“Pur comprendendo la ratio sottesa a tale restrizione – si legge nell’OdG – appare, comunque, doveroso che sia lasciata aperta la possibilità di assicurare una più ampia tutela a favore di una categoria di cittadini che già vive in una situazione di obiettiva difficoltà; in particolare, si ritiene necessario che all’esito di una complessiva valutazione degli impatti finanziari associati ai bonus edilizi, sia valutato se è possibile consentire ai nuclei familiari in cui è presente un soggetto in condizioni di disabilità grave accertata ai sensi dell’articolo 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di poter effettuare interventi edilizi volti ad abbattere le barriere architettoniche”.