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Ddl Bilancio, per ANCE servono più coraggio, più risorse e proroga Superbonus

Ddl Bilancio
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Secondo ANCE, in tema Superbonus, il ddl Bilancio non affronta il problema dei cantieri nei condomini da ultimare e dello sblocco dei crediti incagliati

(Rinnovabili.it) – E’ uno scenario economico di crescente incertezza quello inquadrato dall’ANCE in occasione dell’Audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, sul Ddl Bilancio 2024. Nel biennio 2021-2022 il settore delle costruzioni ha giocato un ruolo decisivo per la crescita del Paese, contribuendo per circa un terzo alla crescita del Pil, sicuramente anche per merito del Superbonus e della possibilità di cessione del credito. Ma le prospettive per il settore al 2023 ed anni successivi non sono del tutto rosee e meritano le dovute considerazioni.
Con il suo intervento, guidato dalla Presidente Federica Brancaccio, l’Associazione Costruttori prova a definire alcune proposte chiave in tema di Superbonus, caro materiali, PNRR, case green e tasse sulla casa.

Il problema Superbonus

La rimodulazione dell’aliquota del Superbonus avrà sicuramente un effetto negativo sui livelli produttivi del comparto della manutenzione.

Sotto il profilo fiscale, secondo ANCE, il Ddl Bilancio non affronta le 2 principali criticità legate all’agevolazione:

Il Disegno di Legge di Bilancio 2024 interviene invece ancora una volta sulla disciplina dei bonus fiscali in edilizia con “delle misure che rivelano un’ostilità ingiustificata nei confronti dei contribuenti e delle imprese che ne hanno fruito”. Il riferimento è anche all’aumento dall’8% all’11% della ritenuta d’acconto operata da Banche e Posta sui bonifici di pagamento delle spese agevolate con i bonus edilizi. “Quindi, oltre a non risolvere il problema dei crediti incagliati, si incide ulteriormente sull’equilibrio finanziario delle imprese che eseguono gli interventi di recupero e di riqualificazione”.

La tassazione delle plusvalenze ostacola la circolazione di immobili performanti

Si aggiunge ai problemi da risolvere nel testo della prossima Manovra, la tassazione delle plusvalenze connesse alla vendita di immobili riqualificati con il Superbonus. Oltre ad essere un’imposizione solo a carico dei fruitori del 110 che hanno optato per la cessione del credito, secondo l’ANCE, questo tipo di disposizioni “non ha molto a che vedere con la rigenerazione urbana, né con gli obiettivi green fissati dall’Europa, perché in qualche modo tali norme vanno ad ostacolare la circolazione di immobili “performanti”.

Proroga al Superbonus condomini

L’auspicio di Ance è dunque quello che, le maggiori entrate che deriveranno dall’attuazione delle misure sopracitate, siano destinate alla riduzione della pressione fiscale sulla casa finanziando anche progetti di rigenerazione urbana e non “riversate ad altri obiettivi, pur di interesse generale”. In primis deve trovare spazio nel ddl Bilancio la proroga del Superbonus per quei condomini già a buon punto con i lavori che, per effetto delle continue modifiche, hanno subito forti rallentamenti. La richiesta resta quella di limitare la proroga a coloro che, entro fine anno, abbiano eseguito lavori per il 30 o 60% del totale. “Per limitare l’impatto sul gettito per gli esercizi successivi al 2023, si potrebbe ulteriormente prevedere l’obbligo di emissione di un SAL “straordinario”, sempre entro dicembre 2023, relativo a tutto l’intervento eseguito in concreto entro la stessa data”, prosegue il report ANCE.

Abitazioni in classe A e B: eliminare la detrazione IRPEF penalizza la riqualificazione

Nel corso dell’audizione in merito alla Manovra finanziaria 2024, l’Associazione Costruttori si è soffermata anche sull’eliminazione della detrazione IRPEF pari al 50% dell’IVA pagata sull’acquisto di un immobile in Classe A e B direttamente dal costruttore. La misura permette di rispondere a due obiettivi: incentiva la domanda di abitazioni di nuova generazione, e supera uno dei principali paradossi dell’attuale prelievo fiscale che sembra penalizzare chi investe nel prodotto nuovo di qualità e premiare invece chi compra un prodotto immobiliare con caratteristiche costruttive ed energetiche completamente da rinnovare. E’ chiesta perciò una proroga biennale della detrazione.

Investimenti pubblici sulle infrastrutture, non solo Ponte

Il tema della rigenerazione urbana va oltre il solo comparto edile. Secondo ANCE l’impostazione del Ddl Bilancio 2024-2026 appare più prudente rispetto alle precedenti manovre “ampiamente espansive”. Le misure di sostegno adottate dal provvedimento sono “certamente valide negli obiettivi, ma molto limitate dal punto di vista delle risorse stanziate, ad eccezione dei cospicui finanziamenti previsti per il Ponte sullo Stretto di Messina (11.630 milioni tra il 2024 e il 2038)”.

L’articolato del disegno di Legge dispone, infatti, nuovi stanziamenti per circa 13,3 miliardi di euro nel periodo 2024-2038, di cui 4,1 miliardi per il triennio 2024-2026. Gli stanziamenti triennali risultano destinati per oltre 3/4 alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Tale quota raggiunge l’87% dei fondi stanziati se si considera la totalità degli stanziamenti pluriennali previsti fino al 2038”.

Il giudizio dell’Associazione è complessivamente positivo, tuttavia sottolinea la necessità di garantire parallelamente alla realizzazione del Ponte, anche risorse adeguate a tutte le opere prioritarie ed ordinarie di cui c’è assoluta urgenza.

Scarica qui il Documento completo dell’Audizione ANCE.

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