(Rinnovabili.it) – Il Centro de Investigación Científica de Yucatán (CICY), Messico, ha recentemente avviato una nuova ricerca scientifica per arrivare a produrre un surrogato del legno attraverso il riciclo del Tetrapack. Dai primi esperimenti condotti sul materiale, sarebbero emersi notevoli vantaggi, risultando maggiormente resistente alla flessione , alla deformazione ed all’umidità. Questa sperimentazione sarebbe inoltre un notevole supporto dal punto di vista ambientale, eliminando dalle discariche notevoli quantità di confezioni in Tetrapack che, solo in Messico dove la ricerca ha avuto inizio, corrispondono a circa 300 tonnellate al giorno.
Una volta raccolto, il Tetrapack può trasformarsi nei più svariati componenti, a partire da elementi multistrato utili per i tetti, le pareti o le tamponature, fino alle piastrelle. La differenza tra i vari utilizzi sta soprattutto nel trattamento industriale applicato: nel caso si vogliano ottenere elementi strutturali, pareti o coperture, i prodotti di Tetrapack raccolti vengono semplicemente sminuzzati e pressati seguendo un procedimento particolare, per dare forma ad un nuovo materiale multistrato molto efficiente; nel caso in cui si decida di trasformare le confezioni raccolte in piastrelle o componenti di finitura, al procedimento viene aggiunta una percentuale di polietilene PET riciclato migliorandone la sua resistenza all’acqua.
I prodotti di Tetrapack sono composti essenzialmente di una percentuale eguale di carta, di alluminio e di polietilene, il suo riciclo è tutt’ora possibile tuttavia non diffuso come dovrebbe in realtà essere, per questo motivo i ricercatori messicani sottolineano le potenzialità di questa ricerca, capace non solo di riciclare il materiale, ma di restituirgli una seconda vita. Per il momento non è stato possibile condurre la sperimentazione oltre la ricerca mettendo in atto un processo industriale che consenta di commercializzare il nuovo prodotto.
La causa principale di questa situazione, come spiega il dottor. Carrillo Baeza responsabile del progetto, è soprattutto la mancanza di strutture adibite al riciclo di materiali multistrato al pari di quelle per la carta, la plastica o l’alluminio.