(Rinnovabili.it) – Il vetro da sempre ha caratterizzato il mondo dell’architettura, arrivando ad esprimersi addirittura in strutture di notevole superficie e di grandi altezze. Alla grande suggestione degli spazi ricreati grazie a questo materiale, si contrappongono alcuni problemi pratici che da sempre accompagnano le costruzioni in vetro, come l’elevato costo di manutenzione dovuto alla sua pulizia o il problema dell’abbagliamento sull’ambiente circostante.
Per rispondere a questi problemi alcuni “cervelloni” del MIT hanno ricreato per la prima volta una tipologia di vetro assolutamente unica: idrofobo, autopulente, antiriflesso ed antiappannante. Tutto ciò è stato possibile grazie alla nanotexture superficiale che caratterizza il materiale, composto da numerosissimi micro-coni, cinque volte più alti rispetto alla loro larghezza, che impediscono alle gocce d’acqua di fermarsi sulla superficie impedendo al vetro di sporcarsi e nello stesso tempo eliminano il problema del riverbero, assorbendo la luce in maniera più uniforme.
Oltre al campo dell’architettura l’ultima scoperta MIT potrebbe trovare un ottimo sbocco nella produzione dei pannelli fotovoltaici, la cui efficienza risente moltissimo delle condizioni superficiali del materiale, arrivando a perdere fino al 40% delle loro potenzialità a causa dell’accumularsi della sporcizia. Inoltre le capacità antiriflesso del nuovo vetro idrofobo, consentirebbero al modulo fotovoltaico di assorbire quanta più luce possibile, eliminando il problema della rifrazione presente soprattutto durante le ore del giorno in cui i raggi del sole sono più inclinati (mattino e sera), quando l’efficienza dell’impianto può subire un calo pari anche al 50%.
Prima di metterlo in commercio i ricercatori dovranno ora risolvere il problema dei costi di realizzazione, per arrivare ad estendere la loro produzione a tutto campo, spaziando fino al settore automobilistico, tecnologica smarthphone, finestre o pannelli solari. Dato che il processo di produzione al momento avviene mediante una serie di strati superficiali “texturizzati” che vengono applicati strato su strato al vetro di base, i ricercatori del MIT specificano che, se il processo di incisione della texture, avvenisse in fase di produzione del vetro, quando cioè il materiale è ancora parzialmente fuso, i costi potrebbero essere davvero irrisori.