Brancaccio ” Senza una soluzione concreta ai crediti incagliati ci saranno pesanti ripercussioni per le imprese e le famiglie”
(Rinnovabili.it) – Non potevano farsi attendere le dichiarazioni degli attori della filiera edilizia, dopo le dichiarazioni del Governo che seppelliscono il Superbonus sotto una montagna di debiti. Secondo l’ANCE, questa montagna, è in realtà composta da oltre 30 miliardi di crediti incagliati che ancora non hanno trovato un acquirente costringendo imprese e famiglie sull’orlo del collasso.
Niente piattaforma e poche Banche che acquistano i crediti
A dar voce alle preoccupazioni dei costruttori è la Presidente ANCE Federica Brancaccio, che rivolgendosi ai media ha sottolineato come questa mole di crediti incagliati corrisponda a ben 180.000 cantieri fermi con le quattro frecce ed a circa 200.000 famiglie che non sanno come finire i lavori.
“Non sono ancora arrivate novità concrete nonostante le tante rassicurazioni da parte del Governo che ha sempre garantito una soluzione”, sottolinea la Brancaccio che ricorda come questa situazione “rappresenti un enorme danno sia per le imprese coinvolte che per l’occupazione”. Conti alla mano, il Superbonus dalla sua nascita ha effettivamente permesso di riqualificare oltre 400.000 edifici per un totale di 78 miliardi di investimenti che, a loro volta, hanno prodotto un guadagno economico su larga scala.
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“Le Banche, anche se grandi, non possono risolvere da sole il problema” dei crediti incagliati, prosegue la Presidente Ance dalle pagine de La Stampa. “Occorrerebbe una iniezione di fiducia per i cittadini, per esempio con il ritorno in campo di Cassa Depositi e Presiti”. Insomma una svolta un po’ più drastica rispetto alla esigua manciata di Banche che hanno riattivato la cessione ed alle promesse offerte da Poste Italiane che annuncia il ritorno della piattaforma di cessione del credito, ma solo per importi inferiori ai 50.000 euro.
Purtroppo per il momento non sembrano esserci soluzioni concrete in essere, ma il problema dei crediti incagliati sta generando una mole di contenziosi tra aziende e committenti, che ben presto risulterà estremamente difficile da gestire.