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Con il Superbonus 110 lo Stato ci guadagna, lo dicono i Commercialisti

Secondo il CNDCEC il costo netto per lo Stato del Superbonus 110 è nettamente inferiore all'incremento del Pil con benefici ambientali e occupazionali

superbonus 110
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Dall’analisi emerge un incremento di Pil derivato dal Superbonus di 91 miliardi di euro

(Rinnovabili.it) – Per calcolare il reale impatto del Superbonus 110 sulle casse dello Stato non si può tenere conto solo delle spese in uscita, ma anche dell’incremento di gettito fiscale generato. Così facendo l’impatto della misura sulle finanze pubbliche è addirittura positivo. A fare i conti questa volta è il Consiglio Nazionale dei Commercialisti (CNDCEC) che, in collaborazione con la Fondazione Nazionale dei Commercialisti, ha aggiornato le stime pubblicate a fine dicembre 2022.

Con il Superbonus 110 un incremento del Pil di 91 miliardi

La spesa indotta dal Superbonus 110 per gli anni 2021 e 2022, ovvero gli investimenti aggiuntivi nel settore delle costruzioni e nei settori connessi, è pari a 96 miliardi di euro.

Il costo lordo per lo Stato corrispondente alle detrazioni maturate in aggiunta a quelle ordinarie, è di poco superiore ai 97 miliardi di euro. Di conseguenza, anche se in un orizzonte temporale più ampio (5anni), l’analisi del CNDCEC stima un incremento di Pil di quasi 91 miliardi di euro e di gettito fiscale di circa 37 mld di euro. Da questi calcoli pertanto emerge che il costo netto per lo Stato del Superbonus 110 % è stimato pari a 60 miliardi di euro e quindi nettamente inferiore all’incremento del Pil.

Secondo il documento, curato dai ricercatori della Fondazione Tommaso Di Nardo, Pasquale Saggese ed Enrico Zanetti e dal Tesoriere nazionale con delega alla fiscalità Salvatore Regalbuto,  il moltiplicatore sul Pil della spesa aggiuntiva indotta dal Superbonus è pari a 0,95, mentre l’incremento di gettito fiscale rispetto alla spesa pubblica è pari al 38%. Numeri alla mano dunque, i benefici economici del Superbonus 110 sulla finanza pubblica, superano le uscite.

In questo contesto – conclude Salvatore Regalbuto – un’importantissima conferma giunge dai dati resi noti dal Mef nell’Audizione del 23 maggio 2023, laddove, sulla base delle stime di impatto dei bonus edilizi sul Pil nominale per il periodo 2021-2025, per altro, limitate al solo impatto del Superbonus e del bonus facciate, si ricava un valore complessivo di incremento del Pil, per i cinque anni presi in considerazione, di 121 miliardi di euro. Un dato persino superiore alle nostre stime che si assestano a 91 miliardi di euro.”

La proposta per un Superbonus sostenibile

Il nostro documento – spiega il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio – rappresenta un contributo tecnico che può orientare il decisore politico a riconsiderare il meccanismo della cessione del credito anche nell’ambito della proposta avanzata dal Consiglio Nazionale di inserire, per gli anni 2024 e 2025, un  superbonus “sostenibile”, mirato cioè agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici meno performanti sotto tale profilo e realizzati su grandi condomini, immobili destinati a edilizia residenziale pubblica e a beneficio dei soli nuclei familiari meno abbienti. Parte delle risorse potrebbero essere destinate anche alle imprese, attraverso meccanismi di detrazione fiscale o di riconoscimento di crediti di imposta connessi all’installazione di sistemi di autoproduzione di energia attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, in particolare di quella solare fotovoltaica”.