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Come sbloccare la cessione del credito: la soluzione proposta dai Professionisti Tecnici

Al Rete Professioni Tecniche ha presentato un emendamento al DL Aiuti bis per arrivare a sbloccare la cessione del credito, sottolineando la buona fede del cessionario.

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Foto di mohamed Hassan da Pixabay

La discussione per la conversione in legge del Decreto Aiuti bis è attesa per oggi alle 12

(Rinnovabili.it) – Dopo ripetuti rinvii è atteso per oggi nell’Aula del Senato l’esame per la conversione in legge del Decreto Aiuti bis. Accanto ai 17 mld di aiuti a famiglie ed imprese il Dl è diventata l’ultima spiaggia per sbloccare la cessione del credito legata ai bonus edilizi e che da mesi tiene in ostaggio l’intero comparto edile.

Oltre alle forze politiche, che interpretano l’attuale situazione come l’ennesimo braccio di ferro, ci sono poi i migliaia di professionisti di settore seriamente preoccupati ed intenzionati a trivare una soluzione nel più breve tempo possibile.

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Una proposta concreta arriva dalla RPT, Rete Professioni Tecniche, che negli scorsi giorni ha presentato alcuni emendamenti al DL destinati a semplificare le procedure e a ridurre la responsabilità delle banche alla normale diligenza.

La “virata” del Fisco sulla responsabilità in solido tra cedente e cessionari

Prima di scendere nel dettaglio della proposta presentata, la RPT fa notare un importante cambio di passo da parte dell’Agenzia delle Entrate messo nero su bianco con la circolare 23/E. Quest’ultima afferma che “..ciascun cessionario deve sempre valutare, al momento dell’utilizzo in compensazione dei crediti fiscali acquisiti, di aver preventivamente operato con la necessaria diligenza all’atto dell’acquisto del credito, con speciale riguardo inter alia a quelli oggetto di sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria…”. Mentre nella precedente circolare 24/E/2020 al punto 9, la stessa Agenzia affermava che “i fornitori e i soggetti cessionari rispondono solo per l’eventuale utilizzo del credito d’imposta in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito d’imposta ricevuto. Pertanto, se soggetto acquisisce un credito d’imposta, ma durante i controlli dell’ENEA o dell’Agenzia delle Entrate viene rilevato che il contribuente non aveva diritto alla detrazione, il cessionario che ha acquistato il credito in buona fede non perde il diritto ad utilizzare il credito d’imposta”.

In sostanza, nella sua ultima circolare, il Fisco contesta la tutela della buona fede di colui che acquista i crediti. Un fatto tutt’altro che agevole da dimostrare in ogni caso. “Ogni cessionario, infatti, risponde sia delle sanzioni, sia – in solido con il contribuente – dell’imposta dovuta, solo se l’Agenzia delle Entrate è in grado di dimostrarne il concorso nella violazione”. Cosa significa?

Che se non ci sono prove che dimostrano il legame diretto tra la frode e colui che ha acquistato il credito, a valere continuerà ad essere la “vecchia” circolare: ovvero i cessionari che acquistano i crediti d’imposta in buona fede non perdono il diritto a utilizzarli.

La proposta concreta per sbloccare la cessione del credito

Fatte queste dovute premesse, la RPT entra nel dettaglio della sua proposta di emendamento al Decreto Aiuti bis, nello specifico per sbloccare la cessione del credito.

Dopo l’art. 16 il testo dell’emendamento prevede di inserire un articolo 16 bis (Semplificazioni in materia di cessione dei crediti relativi al cd. Superbonus):

  1. L’art. 121, comma 4, del Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla L. 17 luglio 2020, n. 77 è modificato come segue. In calce sono aggiunte le seguenti parole: “Ai fini della presente legge si presume, in ogni caso, la buona fede dei cessionari, tenuti, come tali, solo all’ordinaria diligenza nella valutazione del credito oggetto di acquisto o di cessione”.
  2. L’art. 122-bis, comma 4, del Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla L. 17 luglio 2020, n. 77, è modificato come segue. In calce sono aggiunte le seguenti parole: “Ferma la necessità di tutelare i cessionari in buona fede e di rispettare il principio di non inutile aggravamento dei procedimenti amministrativi”.

Poche parole ma che vanno a sciogliere i dubbi innestati dall’Agenzia delle Entrate e che, di fatto, hanno terrorizzato banche e cessionari e bloccato per mesi il mercato.