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Fermare la fame e mitigare il climate change, il Piano della Fao per 100 città verdi

Per la ripresa post Covid-19 e migliorare il benessere della popolazione nei prossimi tre anni. Gli interventi dovranno riguardare sia il centro che le periferie, in particolare la salute delle persone e la sicurezza alimentare. Dovranno essere 1.000 entro il 2030.

città verdi
Foto di Ildigo da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Fermare la fame come obiettivo principale. Obiettivo che si arricchisce con la volontà di trasformare i sistemi agroalimentari e contribuire al miglioramento della nutrizione. Si città chiama ‘Città verdi’, ed è il Piano della Fao – presentato nel corso di un evento ad hoc ‘Green cities to build back better for SDGs – A new powerful venture’, nel bel mezzo della 75esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite – che guarda dritto in faccia il percorso post Covid-19 che abbiamo davanti; e lo fa pensando al miglioramento della qualità della vita delle persone.

Almeno 100 città, dal centro alle periferie, dovranno alzare il livello della qualità di vita e migliorare il benessere della popolazione entro i prossimi tre anni: 15 metropoli, 40 città intermedie e 45 più piccole. Dovranno essere 1.000 a innalzarsi entro il 2030. I punti principali su cui basarsi sarà la salute, la sicurezza alimentare, la capacità di adattarsi e mitigare i cambiamenti climatici

“Per avere città molto più verdi, più resilienti e rigenerative, dobbiamo ripensare al modo in cui le aree urbane e periurbane vengono progettate e gestite – ha affermato il direttore generale della Fao, Qu Dongyu – ci sono rimasti soltanto 10 anni per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Dobbiamo cambiare radicalmente prospettiva e ripensare i nostri modelli di business”.

Il nostro è un Pianeta – viene spiegato – è sempre più urbanizzato. Entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane e il 90% di questa crescita avrà come protagonista l’Africa e l’Asia. Circa il 70% di tutte le risorse alimentari sarà consumato dagli abitanti delle città; e il dato continua ad aumentare. 

Nelle città moderne si consuma quasi l’80% dell’energia prodotta in tutto il mondo, si genera il 70% dei rifiuti a livello globale; inoltre sono responsabili del 70% di tutte le emissioni di gas serra.

Di conseguenza crescita demografica e rapida urbanizzazione comportano cambiamenti delle abitudini alimentari, e insieme con un aumento della domanda di beni e servizi e il consumo di risorse naturali, le amministrazioni locali incontrano sempre maggiori difficoltà; la pandemia Covid-19 – si osserva – “non ha fatto che aggiungere nuove criticità, causando interruzioni dei sistemi alimentari, perdita di posti di lavoro e un peggioramento delle condizioni di vita soprattutto nelle fasce più vulnerabili”. Con il Piano ‘città verdi’ sarà così possibile trasformare l’emergenza Covid-19 in un’opportunità di ripresa per diventare più sostenibili e resilienti, e per garantire a tutti l’accesso a un’alimentazione sana.

Il progetto delle ‘Città verdi’ prevede la creazione di una rete che tiene insieme qualsiasi tipo di città, indipendentemente dalla grandezza e dall’intensità di popolazione: il modello serve per consentire lo scambio di idee, buone pratiche e esperienze virtuose; oltre che la possibilità di sviluppare delle forme di collaborazione reciproca con trasferimento di conoscenza e competenze. Inoltre così la Fao punta a parlare in modo più diretto con i sindaci, le istituzioni e le imprese del territorio, e soprattutto donne e giovani.