Lo conferma il dossier del Centro Studi di Montecitorio
(Rinnovabili.it) – Aprire la cessione alle partite Iva dei crediti derivati da lavori per il Superbonus 110% doveva rivelarsi una delle soluzioni più efficaci, eppure a causa di una dettaglio normativo, potrebbe non essere così.
A confermarlo ci pensa il dossier di approfondimento redatto dal Servizio studi di Montecitorio appena aggiornato.
Cessioni alle partite Iva ma non per tutti i crediti
Si parla ancora del Dl Aiuti e nello specifico dell’emendamento approvato poco prima di essere licenziato dalla Camera. La norma sblocca crediti prevede che le banche e gli altri intermediari finanziari possano cedere il credito acquistato, in qualsiasi momento, a “favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti (ovvero da persone fisiche che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale) che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, ovvero con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione”. In questo modo le banche avranno la possibilità di cedere alle partite Iva, ai professionisti e a tutti i soggetti loro clienti. La norma prosegue confermando la retroattività del provvedimento valido anche prima dell’entrata in vigore della legge. Elemento per altro indispensabile per svincolare i crediti bloccati da diversi mesi nel meccanismo del sistema. Fin qui tutto bene. Il problema però nasce nell’articolo 57 comma 3 del Dl n.50 (Aiuti), come sottolinea il dossier, che in poche righe fa crollare tutte le buone intenzioni. Il testo precisa “che le nuove norme in materia di cedibilità del credito si applicano alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate a partire dal 1° maggio 2022”.
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In realtà l’eredità di questa fatidica data è più un refuso che una scelta intenzionale. Fa riferimento alla prima versione del DL Aiuti che apriva le cessioni a clienti professionali e stabiliva così un punto di inizio a fronte delle norme passate.
Insomma si attende una specifica a mettere ordine in questo caos normativo, per arrivare una volta per tutte ad una soluzione condivisa ed efficacie.